Giustizia

Intercettazioni, Nordio: "Con abusi democrazia dimezzata" - Penalisti: avanti con le riforme

Camere penali: la speculazione politica di stampo giustizialista e populista ha come obiettivo quello di impedire il programma di riforme liberali

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di Francesco Machina Grifeo

I penalisti italiani plaudono alla ennesima presa di posizione del ministro della Giustizia Nordio contro l'abuso delle intercettazioni telefoniche. Un tema da sempre al centro del dibattito politico ma reso ancora più attuale dal recente arresto del super latitante Matteo Messina Denaro anche grazie all'utilizzo di captazioni telefoniche.

Intervenendo ieri al Senato e questa mattina alla Camera, il Guardasigilli ha affermato: "Se non interverremo sugli abusi delle intercettazioni cadremo in una democrazia dimezzata". "Andremo avanti sino in fondo – ha poi proseguito -, non vacilleremo e non esiteremo. La rivoluzione copernicana sull'abuso delle intercettazioni è un punto fermo del nostro programma", ribadendo che non ci saranno invece "mai" interventi per limitare l'uso di questo strumento nelle indagini di mafia e terrorismo.

Per l'Associazione nazionale forense il Ministro correttamente ha fatto "ribadito l'importanza delle intercettazioni, anche preventive, ma puntualizzando che occorre mettere un deciso stop alle intercettazioni giudiziarie che coinvolgono persone che non sono né imputate, né indagate". "Come avvocati – prosegue il segretario Anf Giampaolo Di Marco - difenderemo sempre ogni libertà, compresa quella della stampa, ma solo fino a quando non si tramuti in libertà di gogna".

Mentre la Giunta dell'Unione delle Camere Penali Italiane ha espresso "il più vivo apprezzamento per le posizioni espresse dal Ministro", aggiungendo che "non era una prova facile". "L'arresto del latitante Matteo Messina Denaro – prosegue la nota -, giustamente salutato con unanime sollievo e consenso, ha tuttavia da subito prestato il fianco a inammissibili e grossolane speculazioni di stampo giustizialista".

Nel mirino dei legali le dichiarazioni del Procuratore della Repubblica di Palermo definite "inappropriate" proprio laddove nel corso della conferenza stampa "ha scatenato una avventata ed inutile polemica con il Ministro Nordio sullo strumento delle intercettazioni telefoniche ed ambientali". In attesa, di conoscere le proposte di riforma, e dopo aver già espresso "forti perplessità circa il ventilato rafforzamento delle intercettazioni preventive di polizia", i penalisti definiscono quella di Nordio "una posizione chiarissima", proprio con riguardo alla ribadita intangibilità delle intercettazioni antimafia, "che il procuratore De Lucia non poteva certamente ignorare".

Più in generale, le Camere penali si scagliano contro la "speculazione politica di stampo giustizialista e populista", che ha come obiettivo quello di impedire "il programma di riforme liberali". "Sull'onda emozionale di questo arresto eccellente – conclude il documento della Giunta - il giustizialismo nostrano pensa di poter da subito chiudere i conti con quel programma di riforme liberali che, ben oltre il tema delle intercettazioni, punta dichiaratamente a modificare gli assetti ordinamentali e costituzionali come impellentemente richiesto dalla ormai più che ventennale riforma dell'art. 111 della Costituzione: separazione delle carriere, e profondo ripensamento della obbligatorietà dell'azione penale".

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