Comunitario e Internazionale

Intercettazioni, pubblicabili le notizie sui politici

Lo ha precisato la Corte europea dei diritto dell'uomo con una sentenza del 14 giugno

di Marina Castellaneta

Le notizie sulle inchieste di corruzione che coinvolgono politici vanno pubblicate. Il controllo della collettività sui casi di corruzione politica è un elemento essenziale della democrazia. Di conseguenza, se i giornalisti pubblicano passi di intercettazioni telefoniche riguardanti le conversazioni di un Primo ministro con altri politici non c’è una violazione della reputazione e del diritto alla vita privata. Tanto più che tocca al politico dimostrare le effettive conseguenze negative dovute alla pubblicazione.

È ancora una volta la Corte europea dei diritti dell’uomo a intervenire nel segno della tutela della libertà di stampa con una sentenza del 14 giugno (ricorso n. 70489/17) con la quale è stato respinto il ricorso di un politico lituano. La Procura della Repubblica aveva aperto un’inchiesta per un possibile caso di corruzione e avviato le intercettazioni telefoniche che riguardavano la costruzione di un resort. Un giornalista aveva pubblicato dettagli sulle trascrizioni sul portale di un sito di news, poi riprese da altri media. L’ex Premier aveva presentato una denuncia per individuare la persona responsabile della trasmissione delle informazioni al giornalista.

I giudici interni hanno applicato le pronunce di Strasburgo e respinto i ricorsi poiché si trattava di una notizia di interesse pubblico. Inoltre, non era stato fornito alcun particolare sulla vita privata del ricorrente. Una conclusione corretta, osservano i giudici internazionali.

La Corte europea, infatti, riconosce che la trasmissione del fascicolo con le intercettazioni, dal procuratore ad altri organi come la Commissione anticorruzione, è un’ingerenza nell’articolo 8 della Convenzione che assicura il diritto al rispetto della vita privata. Tuttavia, l’ingerenza era prevista dalla legge e perseguiva un fine legittimo quale la prevenzione di reati. Per quanto riguarda la pubblicazione su giornali e la diffusione in servizi televisivi, la Corte sottolinea che non erano stati forniti dettagli sulla vita privata o su questioni relative alla salute dei politici.

I giudici interni hanno poi effettuato un corretto bilanciamento tra gli interessi in gioco: diritto alla reputazione del politico e diritto della stampa a pubblicare notizie di interesse pubblico. Non solo. Strasburgo chiarisce che colui che invoca una violazione del diritto al rispetto della vita privata è tenuto a provare in che modo le notizie hanno causato un pregiudizio sotto questo profilo. È vero che la reputazione è, per il politico, un patrimonio, ma il ricorrente non ha dimostrato quali sono state le conseguenze negative della pubblicazione visto che il Premier non era stato costretto a dimettersi. Di qui il via libera alla pubblicazione delle intercettazioni.

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