Professione e Mercato

L’avvocato nella vela? Può contare quanto il timoniere

Nella sfida di Coppa America il legale deve occuparsi di interpretazione delle regole, contratti, sponsor, ingaggi

di Antonello Cherchi

Se c’è uno sport dove la figura dell’avvocato ha un ruolo rilevante da decenni, quello è la vela. Per meglio dire, l’America’s cup, che fin dal 1851 prestigiosi yacht club si contendono a suon di ritrovati tecnologici che possano far correre sempre di più le barche e interpretazione delle regole scritte nel Deed of gift, il regolamento depositato presso la Corte suprema di New York. In ballo c’è non solo il trofeo (la cosiddetta Coppa delle cento ghinee), ma anche un business di milioni di euro.

«Si dice scherzando, ma non troppo, che in Coppa America un buon avvocato sia altrettanto importante di un buon timoniere», sottolinea Alessandra Pandarese, avvocato con una grande esperienza nel settore: è stata il general counsel del Challenger of record 36 nell’ultima edizione dell’America’s cup e in passato il legale interno del Moro di Venezia e di Luna Rossa.

Qual è il percorso professionale di un avvocato di Coppa America?
Sono necessarie solide basi nel diritto civile-commerciale e internazionale e competenze nel diritto dei contratti e della proprietà intellettuale, oltre che la conoscenza dei regolamenti sportivi. Essere un velista, aiuta. Il che non significa essere un campione. È certamente utile, poi, l’inserimento in uno studio specializzato nel diritto sportivo e, una volta fatta un’esperienza adeguata, cercare di entrare in un team di America’s cup.

Le caratteristiche di un avvocato di Coppa America devono virare più sul contenzioso o avvicinarsi a quelle del mediatore?
Entrambi: discutere con successo una protesta o un ricorso davanti all’Arbitration panel, il collegio arbitrale, è fondamentale, ma in alcuni casi è preferibile trovare un accordo extragiudiziale.

L’avvocato entra in ballo soprattutto durante la sfida o il suo ruolo è fondamentale anche durante le fasi preliminari?
Sempre: sia nelle fasi preliminari, in cui vengono stabilite le regole, che durante la sfida, quando si vuol far rispettare le regole. Molta dell’attività legale durante la Coppa dipende da questioni che sorgono in tema di interpretazioni delle norme. La conflittualità è alta e pari alla competitività agonistica: spesso ci si trova a far fronte anche a mosse e iniziative degli avversari non sempre in buona fede e comunque ai limiti dei regolamenti. A ciò si aggiungono tutti gli aspetti contrattuali che sorgono fin dall’inizio della formazione del team: ingaggi, contratti di costruzione della barca e con i fornitori, sponsorizzazioni, licenze, assicurazioni ecc.

Un team legale di Coppa America è formato da avvocati interni o ci si appoggia anche a studi esterni ?
È necessario avere un legale interno che abbia una visone complessiva, che sia altamente specializzato e che viva anche la vita e le problematiche quotidiane del team. Ci si appoggia comunque pure a studi esterni per via del tipo di diritto applicabile, in quanto la legge a cui far riferimento è collegata anche al luogo dove si svolge la Coppa. Spesso si tratta del diritto anglosassone, la Common law.

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