Penale

L’imputato con cardiopatia, pacemaker, protesi alla mano e depressione resta in carcere

La Cassazione ha precisato che per il differimento della pena occorre che l’impuato si trovi realmente in pericolo di vita

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di Giampaolo Piagnerelli

L’imputato affetto da cardiopatia, fibrillazione ventricolare, portatore di pacemaker, con sindrome depressiva e con protesi alla mano destra è pienamente compatibile con il regime carcerario. Lo precisa la Cassazione con la sentenza n. 46468/23.

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