L’imputato con cardiopatia, pacemaker, protesi alla mano e depressione resta in carcere
La Cassazione ha precisato che per il differimento della pena occorre che l’impuato si trovi realmente in pericolo di vita
L’imputato affetto da cardiopatia, fibrillazione ventricolare, portatore di pacemaker, con sindrome depressiva e con protesi alla mano destra è pienamente compatibile con il regime carcerario. Lo precisa la Cassazione con la sentenza n. 46468/23.
La pericolosità sociale
I Supremi giudici hanno puntualizzato che in punto di pericolosità...
Quella falsa percezione del carcere che blocca ogni vera progettualità
di Francesco Petrelli - Presidente dell'Unione camere penali italiane