L’IVA SUI DIAMANTI È DETRAIBILE PER INERENZA
La disciplina sui diamanti prevede, come rilevato dal lettore, che il loro acquisto e la loro vendita scontino l’Iva nella misura del 22 per cento, mentre non risulterebbe tassata l’eventuale plusvalenza realizzata (come, invece, accade per le pietre preziose, che non scontano l’Iva, ma pagano l’imposta sostitutiva, attualmente pari al 26 per cento, sulla plusvalenza).È, però, opportuno considerare che la fatturazione dà diritto alla successiva detrazione dell’Iva se è rispettato il principio cardine dell’inerenza. Perché si possa parlare di diritto alla detrazione dell’Iva, si ritiene che debba esserci un collegamento diretto tra gli acquisti e l’oggetto della ditta individuale. In altre parole, l’operazione di acquisto dei diamanti dovrebbe essere pertinente, o rilevante, rispetto all’attività imprenditoriale svolta dalla ditta individuale, e, comunque, dovrà essere dimostrata la strumentalità, in concreto, del bene acquistato rispetto alla specifica attività della ditta individuale (come confermato, per altri beni, dalla Corte di cassazione con la sentenza 11425 del 2015).Forti dubbi sulla possibilità di detrarre l’Iva e iscrivere i beni acquistati tra i beni dell’impresa permarrebbero, invece, nel caso in cui l’attività svolta dalla ditta individuale fosse completamente estranea a quella di investimento.