Amministrativo

L’udienza in presenza torna nei Tar e nel Consiglio di Stato

Addio al remoto anche in Consiglio di Stato. Ma sarebbe bene mantenere facoltative le udienze a distanza

di Guglielmo Saporito

Con il mese di agosto le udienze della giustizia amministrativa tornano «in presenza». Così Tar, Consiglio di Stato e Consiglio di Giustizia amministrativa avranno magistrati ed avvocati presenti nelle aule, accantonando la ricca esperienza formatasi in occasione dell’emergenza Covid. Sarà siglato in questi giorni un accordo per disciplinare l’afflusso di utenti nei giorni di udienza, evitando sovraffollamenti e quell’apparente situazione di disordine che contraddistingue le aule giudiziarie.

Venuta meno la legge (Dl 18/2020) che imponeva, con varie proroghe, le udienze a distanza («da remoto»), occorre oggi eliminare le occasioni di affollamento: vengono quindi soppresse le udienze preliminari, nelle quali gli avvocati smistavano le liti attraverso rinvii o «passaggio in decisione»: se gli avvocati ritengono che non sia necessario discutere oralmente, possono chiedere che si verbalizzi detta volontà, e tale richiesta può provenire anche da uno solo dei vari legali contendenti, lasciando liberi gli altri avvocati, che ritengano opportuna la discussione, di illustrare oralmente le proprie tesi. In questo caso, dal testo della successiva sentenza non emergerà che la discussione è avvenuta a ridotti ranghi e si eviteranno possibili incomprensioni tra professionisti assenti alla discussione e clienti assistiti.

Il protocollo d’intesa limita la presenza di pubblico alle udienze, affidando al Presidente del collegio giudicante il compito di far osservare distanze ed altre modalità preventive di igiene. Sono anche previste fasce orarie per la discussione delle liti: in linea di massima, saranno trattati tra 5 e 10 affari ogni ora, a seconda della complessità delle questioni e del numero delle parti coinvolte. Gli orari saranno pubblicati sul sito della giustizia amministrativa e solo 10 minuti prima della fascia oraria di udienza sarà possibile accedere alla sede del Consiglio di Stato. Se è prevedibile un afflusso significativo di persone, è possibile prolungare l’udienza fino al giorno successivo, comunicando tale misura organizzativa entro le ore 11 del giorno originariamente fissato.

Altre misure riguardano aspetti operativi, quali l’uso dei microfoni (consentito al solo magistrato Presidente) e l’obbligo di indossare la toga (che sembra rimanere per i magistrati, mentre gli avvocati ne possono fare a meno). Queste misure saranno recepite anche dai singoli Tar, con possibili adeguamenti locali. Si torna quindi alla prassi adottata prima dell’epidemia, con una più precisa cadenza dei tempi di discussione. Anche volendo, non sarebbe stato possibile prorogare il sistema di discussione «da remoto», che nella giustizia amministrativa ha dato ottimi risultati garantendo tempi e qualità di provvedimenti anche in situazione di emergenza. Prima di spegnere i computer, si può tuttavia sperare che in sede di conversione del Dl 80/2021 si reintroducano, a base volontaria, le udienze da remoto, con preavviso agli avvocati di almeno tre giorni e possibilità, anche per i magistrati, di collegarsi a distanza.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©