Professione e Mercato

La giustiza civile tra ripresa, equità ed efficienza

L'intervento a firma di Antonio de Notaristefani, presidente dell'Unione Nazionale Camere Civili, in merito ad alcune considerazioni sul Governo Draghi e sull'opportunità di una riforma della giustizia civile, uno dei primi dossier che il governo si troverà a gestire – anche in ottica di un accesso al Recovery Fund

di Antonio de Notaristefani


Parlando al Senato, il Presidente Draghi ha ricordato l'importanza della giustizia civile per agevolare la ripresa, precisando che bisogna puntare a un processo giusto e in tempi ragionevoli, e sottolineando poi le esortazioni UE all'efficienza. Un equilibrio, quello tra equità ed efficienza nei procedimenti civili, difficile da trovare.

La business community ha una visione improntata al pragmatismo: se l'offerta di giustizia è limitata e non può essere incrementata per carenza di fondi, bisogna ridurre la domanda aumentando i costi di accesso, comminando sanzioni, scoraggiando cause inutili. Per le imprese – non del tutto a torto – quel che conta è l'efficienza del sistema giustizia, e l'eventuale ingiustizia che dovesse verificarsi in singoli casi è il costo sociale da pagare nel prevalente interesse di tutti.


Noi avvocati, invece, la giustizia la misuriamo in termini umani. Per noi, ogni processo racconta la storia della vita (familiare, lavorativa, sociale) di una persona reale: quando si perde, soffriamo insieme a lei e, se avvertiamo che la sconfitta è stata ingiusta, la sofferenza si trasforma in indignazione. Per dirla con Papa Francesco, «nessuna sentenza può essere giusta, nessuna legge legittima, se ciò che genera è più diseguaglianza». Tuttavia, convinti che il PIL non possa misurare l'equità dei nostri Tribunali, abbiamo talvolta ricercato la giustizia del caso singolo a scapito dell'effettiva tutela di tutti, tollerando che si accrescesse la diseguaglianza tra chi può aspettare anni per avere una sentenza e chi no.

Che fare, oggi che è chiaro a tutti che, per ripartire, occorrono processi civili non solo giusti ma anche rapidi? Innanzitutto bisogna che la giustizia trovi davvero quest'equilibrio tra equità ed efficienza. Non è impossibile: l'afflusso di risorse europee permetterà di aumentare l'offerta di giustizia, e lo slancio, anche solidaristico, che si accompagna a qualsiasi ripresa, potrà moltiplicarne gli effetti.

A guidare la ricerca di tale equilibrio sarà poi un Presidente emerito della Corte costituzionale: quella sintesi di etica, politica e diritto in cui si sostanzia il giudizio di costituzionalità è ciò di cui abbiamo bisogno per riformare la giustizia civile.

Per la prima volta, infine, si discute di abbandonare i vincoli del patto di stabilità e di sostituirli con la valutazione della sostenibilità di un investimento. Si ipotizza, cioè, non più di regolamentare il presente, ma di progettare il futuro, liberando la giustizia civile dagli errori del passato e contemperando le esigenze di tutela della dignità e indipendenza del cittadino, con quelle di efficienza delle imprese.

Draghi avrà le risorse economiche e il consenso per farlo: se non ora, quando?

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