Giustizia

La Giustizia non «lascia» il web: nelle riforme il cambio di passo

I disegni di legge delega civile e penale stabilizzano buona parte delle innovazioni varate nel lockdown<br/>

di Valentina Maglione e Bianca Lucia Mazzei

Le riforme dei processi civili e penali raccolgono l’eredità delle innovazioni digitali sperimentate durante la pandemia: per ora valide fino a fine anno, sono destinate in buona parte a essere stabilizzate con l’attuazione dei disegni di legge delega. Del resto, è lo stesso Pnrr a indicare la strada della digitalizzazione per rendere più efficiente la giustizia.

Il passo è diverso nel settore civile e in quello penale, se non altro perché il primo ha affrontato l’emergenza e l’esigenza di amministrare la giustizia da remoto con gli strumenti già rodati del processo civile telematico (operativo dal 2014 nei tribunali e dal 2015 nelle corti d’appello). Nel penale la digitalizzazione dei documenti è stata invece una novità quasi del tutto introdotta con la pandemia.

Le novità per i processi civili...

La possibilità di tenere le udienze civili con collegamenti video o di sostituirle con lo scambio di note scritte ha debuttato nel lockdown, per garantire il funzionamento della giustizia nonostante i limiti agli spostamenti. Modalità che sono state molto utilizzate, soprattutto la trattazione scritta.

Ora il disegno di legge delega sul processo civile, approvato dal Senato e che entro fine mese dovrebbe avere il sì definitivo della Camera, prevede di stabilizzarle: potranno essere disposte dal giudice a determinate condizioni, se le parti non si oppongono. Sono innovazioni «utili, che semplificano la vita ad avvocati e giudici», afferma il presidente del Tribunale di Milano, Roberto Bichi, che fa un solo rilievo: «Da remoto è difficile che la conciliazione del giudice abbia buon esito: il tentativo è più efficace in presenza». Un’altra annotazione arriva da Carla Secchieri, consigliere Cnf e vicepresidente della Fondazione per l’innovazione forense: «Nella trattazione scritta (di cui sarebbe meglio non abusare) andrebbe introdotta la possibilità di replica alle considerazioni della controparte, fissando un termine intermedio fra il deposito delle note e l’udienza, come alcuni giudici già fanno».

Sempre in tema di udienze, la delega civile conferma la possibilità di sostituire l’udienza per il giuramento del consulente tecnico d’ufficio con il deposito di una dichiarazione firmata digitalmente. E di tenere per iscritto anche i procedimenti di separazione consensuale e divorzio congiunto, se le parti rinunciano all’udienza.

La delega intende anche rafforzare il processo civile telematico, esteso nei mesi scorsi alla Cassazione. In futuro andranno depositati in via telematica tutti gli atti dei difensori nei procedimenti davanti al giudice di pace, in Tribunale, Corte d’appello e Cassazione. Sarà introdotto il divieto di sanzioni sulla validità degli atti informatici quando raggiungono comunque lo scopo. E anche il nuovo Tribunale per le persone, i minorenni e le famiglie sarà informatizzato

... e per quelli penali

Nel penale la spinta al telematico l’ha data la pandemia. Si è partiti dai documenti e dagli atti di chiusura delle indagini preliminari che da ottobre 2020 devono essere depositati tramite il portale del processo telematico: obbligo poi esteso a denunce, querele, opposizioni all’archiviazione, nomina dei difensori. Non sono mancati malfunzionamenti tecnologici che hanno suscitato le proteste degli avvocati (per ragioni specifiche l’autorità giudiziaria può autorizzare il deposito analogico) ma la strada è tracciata e la legge delega di riforma del processo penale approvata in via definitiva intende percorrerla fino in fondo. L’obiettivo è rendere la modalità telematica obbligatoria in ogni grado del procedimento per depositi, comunicazioni e notificazioni. L’attuazione spetta al Governo e dovrà essere graduale. «Aver previsto un periodo transitorio e la certezza della ricezione è positivo. Gli avvocati non sono contro il processo telematico ma contro il suo malfunzionamento», dice Giovanna Ollà, consigliere Cnf e coordinatrice commissione diritto penale.

Situazione più delicata per le udienze da remoto e la trattazione scritta nei giudizi di appello. «Le abbiamo accettato nell’emergenza - aggiunge Ollà - ma non sono ammissibili nell’ordinario perché ledono i principi di oralità e personalità». La riforma stabilisce che il Governo individui i casi in cui la partecipazione al procedimento o all’udienza possa avvenire a distanza, ma pone il vincolo del consenso delle parti.

In questi mesi le videoudienze, a eccezione di quelle con detenuti o persone private della libertà, sono state poco utilizzate e la possibilità di ricorrervi anche quando sono coinvolti solo Pm, parti, difensori e ausiliari del giudice, non è stata prorogata a fine anno. Più usata, invece, la trattazione scritta dell’appello che è stata prorogata a fine anno ed è prevista anche dalla legge delega, sempre a condizione che il ricorrente o l’imputato non chiedano di partecipare.

I PERCORSI VERSO LA DIGITALIZZAZIONE

1. Giustizia civile

Prima della pandemia

Il processo civile telematico, vale a dire il deposito di atti e documenti per via telematica, è obbligatorio dal 30 giugno 2014 in tribunale (30 giugno 2015 in corte d’appello) per gli atti successivi a quelli introduttivi del procedimento

Novità emergenziali

Sono stati prorogati fino al 31 dicembre 2021 le udienze per trattazione scritta, cioè sostituite dallo scambio telematico di note scritte, le udienze con collegamento video da remoto, l’obbligo di depositare per via telematica anche gli atti introduttivi del procedimento, il deposito telematico in Cassazione

Eredità per il futuro

Nella riforma civile c’è la delega al Governo a stabilizzare alcune delle misure sperimentate durante la pandemia, in primis le udienze per trattazione scritta e quelle in collegamento video. Previsto anche l’obbligo di deposito telematico degli atti dei difensori nei procedimenti di fronte a giudice di pace, tribunale, corte d’appello e Cassazione

2. Giustizia penale

Prima della pandemia

Il processo penale telematico non era ancora partito ma erano in corso sperimentazioni

Novità emergenziali

Fino al 31 dicembre 2021 deposito solo telematico per: atti, documenti e istanze relativi alla chiusura delle indagini preliminari; denunce; querele; istanze di opposizione all’archiviazione; nomina difensore ( rinuncia e revoca). Per gli altri atti consentito il deposito via Pec. Sempre fino al 31 dicembre: udienze in videoconferenza per detenuti, possibilità di collegamento online nelle indagini preliminari, appello con trattazione scritta

Eredità per il futuro

La riforma del penale conferma il passaggio al processo telematico. I decreti delegati dovranno: prevedere l’obbligo delle modalità digitali per depositi, comunicazioni e notificazioni; individuare i casi in cui, con il consenso delle parti, la partecipazione all’atto del procedimento o all’udienza possa avvenire a distanza; prevedere la trattazione scritta dell’appello

3. Giustizia amministrativa

Prima della pandemia

Il Pat (processo amministrativo telematico) ha debuttato il 1° gennaio 2017: a partire da allora, tutti gli atti devono essere depositati in formato digitale

Novità emergenziali

Ad aprile 2020 si è passati alle udienze da remoto, senza la presenza degli avvocati, che si limitavano a presentare memorie scritte. Dal 30 maggio al 31 luglio 2021 (con un intervallo tra agosto e novembre 2020 con il ritorno in presenza) il processo si è svolto da remoto, attraverso la videoconferenza.Dal 1° agosto Tar e Consiglio di Stato sono tornati all’udienza in presenza, con la possibilità di ricorrere a quella online solo a determinate condizioni: impossibilità della presenza dell’avvocato o, solo in casi eccezionali, dei giudici

Eredità per il futuro

La modalità a regime sarà l’udienza in presenza, ma si sta ragionando se e quali modalità conservare del processo online

4. Giustizia tributaria

Prima della pandemia

Dal 1° luglio 2019 è obbligatorio il deposito degli atti alle Commissioni tributarie con il Ptt (Processo tributario telematico). Già nel 2019 il 77,6% dei depositi è stato fatto in modo telematico. La videoudienza, invece, è in vigore dal 2018, ma non ha trovato attuazione

Novità emergenziali

Nel 2020 il deposito telematico ha riguardato il 98,6% delle notifiche. Con le limitazioni sanitarie, il contenzioso ha subito uno stop. Il via libera alla videoudienza arriva solo a dicembre 2020 con l’articolo 27 del Dl Ristori

Eredità per il futuro

Il deposito telematico è ormai predominante. A gennaio 2021 è partita la videoudienza: nel secondo trimestre 2021 sono state il 27,3 per cento. Prevedibile un aumento ma i professionisti sono per il ritorno all’udienza pubblica. Nel dibattito in corso sulla riforma della giustizia tributaria c’è anche l’attuazione di una banca dati “aperta” con tutte le sentenze del merito.

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