La portabilità dei dati come strumento a tutela della concorrenza: la vicenda AGCM/Google
La portabilità dei dati è uno strumento, ormai noto ai più, che opera soprattutto nell'ambito della disciplina della protezione dei dati personali
La portabilità dei dati è uno strumento, ormai noto ai più, che opera soprattutto nell'ambito della disciplina della protezione dei dati personali.
Introdotto dal Regolamento (UE) 2016/679 , è volto a promuovere il controllo degli interessati sui propri dati personali, facilitando la circolazione, la copia o la trasmissione dei dati da un ambiente informatico all'altro.
Esso costituisce uno dei nuovi diritti dell'interessato, il quale, a certe condizioni, può richiedere, da un lato, di ricevere in un formato strutturato, di uso comune e leggibile da dispositivo automatico i dati personali che lo riguardano trattati da un titolare del trattamento e, dall'altro lato, può trasmettere tali dati a un altro titolare del trattamento senza impedimenti da parte del titolare del trattamento iniziale.
La portabilità dei dati è, dunque, la conseguenza della consapevolezza attuale della centralità dei dati personali, del loro valore e della loro sempre più diffusa circolazione che, spesso, tuttavia, non corrisponde al controllo dell'utente che finisce con il ricoprire un ruolo passivo. Come evidenziato dal Gruppo di lavoro Art. 29, la portabilità dei dati offre quindi la "possibilità di ‘riequilibrare' il rapporto fra interessati e titolari del trattamento tramite l'affermazione dei diritti e del controllo spettanti agli interessati in rapporto ai dati personali che li riguardano" (Linee guida sul diritto alla portabilità dei dati, adottate il 13 dicembre 2016 ed emendate il 5 aprile 2017).
Allo stesso tempo, però, questo diritto assume rilevanza strategica nel settore della concorrenza, fungendo da fattore di promozione della concorrenza fra i singoli servizi proprio perché facilita il passaggio da un servizio all'altro.
Ed è sotto questo profilo che la portabilità dei dati è stata oggetto di approfondimento dell'Autorità Garante italiana della Concorrenza e del Mercato (di seguito, per brevità, "AGCM") che recentemente, con provvedimento n. 30508 del 21 marzo 2023, ha ritenuto "non manifestamente infondati" e reso pubblici gli impegni dichiarati da Google volti ad agevolare la portabilità dei dati degli utenti.
La vicenda
La vicenda che vede coinvolti AGCM e Google ha inizio a luglio 2022 quando, dietro segnalazione di una start up operante nell'ambito dell'intermediazione dei dati personali (Hoda S.r.l.), l'Autorità avviava un'istruttoria nei confronti del colosso dei search engine volta ad accertare eventuali abusi di posizione dominante nel campo dei mercati digitali e della valorizzazione dei dati personali.
Hoda S.r.l. aveva infatti segnalato la mancanza di meccanismi di interoperabilità idonei a rendere i dati presenti nella piattaforma di Google disponibili a piattaforme alternative, sostenendo che ciò avrebbe impedito, da un lato, il corretto esercizio del diritto alla portabilità in capo all'utente e, dall'altro lato, il pieno sviluppo della propria attività, il cui core business si fondava sulla valorizzazione dei dati personali. Il servizio offerto da Hoda attraverso la piattaforma "Weople" prevedeva infatti la creazione, dietro richiesta degli utenti, di una banca di investimento dati attraverso cui gli utenti, raccogliendo autonomamente i propri dati personali (oppure delegando a ciò Hoda) dalle principali piattaforme Internet (come Google, Amazon, Meta), avrebbero poi potuto sfruttarli economicamente grazie alla loro dazione, in forma statistica, aggregata e anonima, alle imprese di volta in volta richiedenti.
Queste ultime avrebbero poi potuto impiegare tali dati per lo svolgimento di proprie attività di targettizzazione della clientela o per altri fini, come la creazione di database statistici o strumenti di enrichment.
Tuttavia, l'assenza di un framework condiviso per l'interoperabilità e la predisposizione di un'unica procedura (c.d. "Take out"), articolata e complicata, per richiedere e ottenere una copia dei propri dati avevano avuto l'effetto di scoraggiare molti utenti nell'esercizio della portabilità dei dati, nonché di ostacolare Hoda nello sviluppo della propria attività commerciale.
Le valutazioni dell'AGCM
Nel valutare le condotte di Google, in primo luogo, l'AGCM ha ravvisato la posizione dominante da questi ricoperta nel campo dei mercati digitali e della valorizzazione dei dati personali. Google, infatti, attraverso la vasta gamma di servizi digitali offerti, è in possesso di un'ampia e ricca mole di dati che "per quantità e qualità consentono una profilazione degli utenti massimamente qualificata" e tale da rendere irreplicabili le capacità di Google di valorizzazione dei dati.
In secondo luogo, l'AGCM ha fornito un'interpretazione dell'istituto della portabilità dei dati in chiave concorrenziale, sottolineandone la duplice valenza nell'ambito dei mercati digitali: da un lato, la portabilità "offre ad operatori alternativi la possibilità di esercitare una pressione concorrenziale su operatori come Google che fondano la propria dominanza sulla creazione di un ecosistema basato sulla gestione di quantità tendenzialmente illimitate di dati funzionale esclusivamente al proprio modello di business; dall'altro, offre agli utenti la possibilità di conseguire il massimo potenziale economico conseguente all'utilizzo dei dati personali che, in particolare, può derivare da modalità economiche alternative di utilizzo degli stessi".
In tale prospettiva, l'Autorità considera la portabilità dei dati come uno dei principali elementi di promozione di dinamiche concorrenziali nell'ambito del settore digitale.
All'esito di tale ricostruzione, ritenendo che il sistema di portabilità "fai da te", basato sul meccanismo del Take out reso disponibile da Google, non rappresentasse un valido sistema per garantire l'operatività della portabilità, l'AGCM ha concluso che la condotta realizzata da Google, mediante la compressione del diritto degli utenti alla portabilità dei propri dati personali, fosse "suscettibile di pregiudicare in maniera considerevole le dinamiche concorrenziali (…) ostacolando l'esplicarsi di una concorrenza basata sul merito, e di sfruttare indebitamente i diritti dei consumatori".
Gli impegni assunti da Google
In risposta alle contestazioni mosse dall'AGCM, Google, pur non aderendo ai rilievi dell'Autorità, ha presentato le misure che intende adottare per porre rimedio ai profili critici individuati dall'AGCM, impegnandosi in particolare a:
i . agevolare la portabilità dei dati degli utenti;
ii. migliorare l'utilità dei dati esportati e condivisi dagli utenti con operatori terzi;
iii. accelerare l'effettiva adozione di una nuova soluzione di portabilità diretta dei dati da servizio a servizio, che Google metterà a disposizione di operatori terzi autorizzati da un utente finale i cui dati siano oggetto della richiesta di portabilità relativa a taluni prodotti di Google".
Secondo Google, queste misure sarebbero idonee e sufficienti a far venire meno tutti i presunti profili anticoncorrenziali, dal momento che faciliterebbero ulteriormente l'esercizio da parte degli utenti del loro diritto alla portabilità dei dati, nonché l'offerta e il miglioramento dei servizi degli operatori, attraverso la messa a disposizione di documentazione e informazioni per aiutare questi ultimi a estrarre i dati e a importarli in un modo semplice ed efficace ai fini delle loro attività commerciali.
Gli operatori potrebbero inoltre avvalersi del supporto tecnico offerto da Google al fine di consentire a questi ultimi di utilizzare efficacemente la soluzione di Google per la portabilità diretta dei dati da servizio a servizio, nonché di lanciare le proprie soluzioni tecniche, non appena la soluzione di Google sarà resa disponibile al mercato.
Le misure, dettagliatamente indicate anche sotto il profilo tecnico, saranno implementate entro diversi scaglioni temporali ma comunque tutte entro ottobre 2023, a condizione che l'Autorità accetti tali impegni e consulti gli operatori del mercato in ordine alla loro idoneità.
La pubblicazione degli impegni
Ritenendo gli impegni di Google sopra illustrati "non manifestamente infondati", l'AGCM ha provveduto alla loro pubblicazione, affinché siano consultabili da terzi interessati che potranno esprimere le proprie osservazioni fino al 21 aprile 2023. Sulla base di tali osservazioni, Google potrà poi far pervenire la propria posizione, anche in relazione ad eventuali modifiche accessorie, entro il 22 maggio 2023.
All'esito di tale procedura, ai sensi dell'art. 14-ter della l. 287/1990, l'AGCM potrà rendere obbligatori gli impegni assunti da Google e chiudere il procedimento eventualmente senza accertare l'infrazione.
* a cura dell'Avv. Laura Greco – DigitalMediaLaws
Gianluca Fasano*
Norme & Tributi Plus DirittoValerio Vertua*
Norme & Tributi Plus Diritto