La strada su cui si verifica l'incidente per una buca si presume di competenza comunale

La caduta in bicicletta a causa di una buca su una strada presuntivamente municipale obbliga il Comune al risarcimento. Il cittadino, infatti, indicando nella denuncia il punto esatto del sinistro assolve pienamente il proprio onere probatorio. Secondo l'ordinanza della Cassazione n. 27054/21 il malcapitato ciclista non ha altri oneri probatori, semmai è il Comune che deve dimostrare come quella strada non fosse di propria competenza.

I fatti. La vicenda ha visto protagonista una donna, che ha convenuto in giudizio il giudice di pace di Lodi per ottenere il risarcimento a seguito di una caduta verificatasi a causa di una buca presente sul manto stradale di un comune del lodigiano, mentre era alla guida della propria bicicletta. Nel merito la vicenda si era conclusa a favore del cittadino davanti al giudice di pace che aveva disposto un risarcimento da parte del Comune pari a 4700 euro, oltre interessi nonché spese di lite. Ben diverso l'esito della lite dinnanzi al Tribunale di Lodi che, invece, ha condannato la ciclista a restituire quanto ricevuto. I giudici di prime cure hanno eccepito che la parte danneggiata non avesse provato il rapporto di custodia tra il Comune e la strada in cui era avvenuto l'incidente. Il cittadino, allora, ha proposto ricorso per Cassazione eccependo che fosse onere del Comune provare di non essere titolare dell'obbligo di custodire il punto della strada in cui è occorso il sinistro, in quanto ai sensi dell'articolo 22 della legge 20 marzo 1865 n. 2248, il suolo delle strade comunali è di proprietà dei comuni, determinando così la norma una vera e propria presunzione di titolarità, rispetto alla quale spetterebbe all'amministrazione fornire prova contraria. Secondo la Cassazione la ricorrente ha soddisfatto l'onere probatorio posto a proprio carico (ex articolo 2051 Cc) avendo allegato di essere caduta in un tratto di strada ben preciso e sito nell'abitato di un Comune.