Penale

La truffa ai danni di Inail e Inps si realizza già con la mancata contribuzione

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di Paola Rossi

Il risparmio contributivo previdenziale e assistenziale è di per sé alla base del reato di chi fittiziamente utilizza il distacco transnazionale di quelli che in realtà sono propri dipendenti. Non è valida difesa affermare che la truffa ai danni di Inps e Inail non si sarebbe realizzata vista la mancata erogazione di prestazioni da parte dei due enti. Così la Corte di cassazione con la sentenza n. 9758 depositata ieri ha respinto la lamentela dei ricorrenti contro la misura cautelare di sequestro che era stata loro inflitta.

La vicenda - Nel caso era stata accertata la fittizietà dell'impresa bulgara i cui dipendenti solo formalmente prestavano lavoro in somministrazione alle imprese italiane per le quali in realtà lavoravano alle loro dirette dipendenze.

La truffa - La difesa dei ricorrenti contestava la sussistenza della truffa facendo che a seguito del comportamento elusivo della normativa italiana di fatto non vi era stato alcun esborso da parte di Inps e Inail. La Cassazione chiarisce che la mancata contribuzione in Italia per rapporti di lavoro illegalmente sottratti alla legge italiana scatta anche per i contributi non percepiti. Di fatto i ricorrenti avevano già tratto vantaggio dal versamento di una contribuzione più bassa applicata in Bulgaria di conseguenza all'artifizio messo in campo della finta ditta estera.

Il reato contravvenzionale - La Cassazione ha rigettato l'argomento dei ricorrenti secondo cui sarebbe stato configurabile il reato contravvenzionale previsto dall'articolo 38 bis del Dlgs 81/2015 contro i casi di somministrazione del lavoro fraudolenta che comporta un esborso per ogni singolo lavoratore sottratto alle regole della legge italiana o dei contratti collettivi nazionali. Spiega, infatti, la cassazione che tale norma è posta a tutela del solo lavoratore coinvolto dal comportamento illegittimo del proprio datore di lavoro il cui fine elusivo riguardo alla contribuzione integra il delitto di truffa.

Corte di cassazione – Sezione II penale – Sentenza 11 marzo 2020 n.9758

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