Civile

Lauree abilitanti, sì della Camera - Per avvocati, commercialisti e notai resta l'esame di Stato

Esclusi i titoli che richiedono un tirocinio successivo al conseguimento del diploma di laurea

di Francesco Machina Grifeo

Avvocati ma anche commercialisti e notai esclusi dalla laurea abilitante alla professione. La Camera ha approvato ieri il disegno di legge "Disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti (C. 2751-A)" che prevede l'accesso diretto alla professione per una serie di lauree scientifiche e tecniche ma lascia fuori quelle che prevedono un tirocinio post laurea.

La norma che ora passa all'esame del Senato, se approvata, costituirà una delle primissime riforme del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Dopo Medicina, che durante l'emergenza Covid era già stata resa laurea abilitante, il testo prevede l'immediata ingresso nel mondo del lavoro per chi si laurea in odontoiatria, farmacia, veterinaria e psicologia. Ma viene riconosciuto valore abilitante anche alle lauree professionalizzanti tecniche per l'esercizio delle professioni di geometra, agrotecnico, perito agrario e perito industriale.


L'obiettivo è la semplificazione delle procedure, tant'è che non si prevedono costi aggiuntivi ma addirittura risparmi di spesa, rendendo di fatto l'esame di laurea coincidente con l'esame di Stato, velocizzando l'accesso al mondo del lavoro da parte dei laureati.

A rimanere tagliati fuori però sono tutti i titoli universitari per i quali è richiesto lo svolgimento di un tirocinio post laurea. Gli altri invece potranno essere resi abilitanti con regolamenti emanati su proposta del Ministero dell'università previa richiesta delle rappresentanze nazionali degli ordini o dei collegi professionali di riferimento (articolo 4, comma 1).

"L'approvazione da parte della Camera è un segnale davvero importante: Governo e Parlamento stanno puntando realmente sui giovani, sulla loro formazione, sul futuro del Paese". Così il Ministro dell'Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa.

L'articolo 4 del Ddl, dunque, delinea il procedimento per rendere abilitanti all'esercizio delle professioni regolamentate - senza l'ulteriore intervento della fonte primaria – ulteriori titoli universitari che attualmente consentono l'accesso agli esami di Stato per lo svolgimento delle professioni per le quali non è richiesto lo svolgimento di un tirocinio post lauream. "La riforma – spiega infatti la nota illustrativa -, non potrà trovare applicazione per le professioni di avvocato, notaio, commercialista, revisore legale, che richiedono tutte un tirocinio successivo al conseguimento della laurea".

Rispetto al testo originariamente presentato dal Governo, il Ddl prevede una più ampia compartecipazione di tutti gli attori coinvolti nel processo che unisce il mondo della formazione universitaria a quello del lavoro, e un ampliamento del novero dei titoli universitari che potranno essere resi in futuro abilitanti, in base alle iniziative che gli ordini o i collegi professionali di riferimento vorranno prendere. La procedura prevista dall'attuale articolo 4, infatti, si applicherà, in termini generali, a tutti i corsi di laurea che consentono attualmente l'accesso all'esame di Stato senza un previo tirocinio formativo esterno, superando così l'elencazione tassativa delle professioni prevista nel testo originario.Inoltre, il nuovo articolo 5 prevede che potranno essere resi abilitanti anche i titoli universitari per l'accesso alle professioni di fisico, chimico e biologo sulle quali gli ordini di riferimento si erano già espressi.


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