Immobili

Lavori pubblici pericolosi: 1,2 milioni di danni

Il Tribunale di Palermo con una sentenza “storica” (la 2558/2022, giudice Giovanna Nozzetti) condanna il general contractor e le imprese appaltatrici a risarcire per oltre un 1,2 milioni un condominio del capoluogo a causa dei danni subiti nelle parti comuni e i singoli condòmini per danni riportati nelle rispettive proprietà immobiliari

di Rosario Dolce

Il Tribunale di Palermo con una sentenza “storica” (la 2558/2022, giudice Giovanna Nozzetti) condanna il general contractor e le imprese appaltatrici a risarcire per oltre un 1,2 milioni un condominio del capoluogo a causa dei danni subiti nelle parti comuni e i singoli condòmini per danni riportati nelle rispettive proprietà immobiliari.

Appaltatori, stazioni appaltanti e Infrastrutture erano accusati di aver cagionato dei danni a causa dell’avanzamento dei lavori di scavo e realizzazione di una galleria sotterranea, nel contesto di un’opera di raddoppio ferroviario. Da oltre dieci anni erano infatti comparse lesioni e crepe nelle pareti dei singoli appartamenti e in numerose zone di parti comuni dello stabile.

Per il giudice palermitano l’attività edile è considerata per definizione pericolosa, ai fini indicati dall’articolo 2050 del Codice civile, quando comporti rilevanti opere di trasformazione o di rivolgimento o di spostamento di masse terrose e scavi profondi e interessanti vaste aree. E ha ritenuto di tutta evidenza la prova del nesso di derivazione eziologica tra la realizzazione della galleria, i cedimenti del terreno di fondazione e i seri fenomeni fessurativi manifestatisi nell’edificio.

Il giudice siciliano, per il danno materiale, ha liquidato in favore di ciascun condomino una somma tra i 30mila e i 50mila euro e in favore del condominio per oltre 1,2 milioni come “danno non recuperabile” (e aleatorio), essendo stata tecnicamente esclusa ogni azione di recupero dei cedimenti registrati.

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