Penale

Maltrattamenti della madre contro il figlio, non scatta il reato nei confronti del marito

La derivazione della sofferenza patita e della prostrazione inflitta a causa della condotta tenuta verso un altro familiare non può essere affermata de plano senza ulteriori accertamenti

di Paola Rossi

La Corte di cassazione penale - con la sentenza n. 37220/2025 - ha accolto il ricorso di una donna contro l’ordinanza che le aveva applicato le misure dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla parte offesa, cioè suo marito, con l’accusa di maltrattamenti derivanti da condotte violente e vessatorie contro il loro figlio.

Le tesi della ricorrente

La ricorrente contestava l’illogicità della decisione del Giudice delle indagini preliminari e del tribunale del riesame di applicarle tali misure limitative personali perché dalle denunciate condotte maltrattanti - come asserito dal proprio marito e da alcuni familiari di lui dirette contro il loro figlio - il giudice abbia invece ritenuto vittima del reato il padre.

Le determinazioni della Suprema corte

Non si può, infatti, far derivare la prova della sofferenza patita dall’uomo - e la sua condizione di vittima - per condotte maltrattanti abituali attribuite a sua moglie in danno del figlio, soprattutto in un contesto di coppia non funzionale e causa di una psicoterapia congiunta dei due adulti.

Non viene quindi argomentato in alcun modo dal Gip e dal tribunale per quale motivo avessero individuato nel marito della ricorrente la parte offesa dal reato contestato in base a comportamenti rivolti al figlio della coppia.

Come conclude la Suprema Corte è illegittimamente privo di motivazione l’automatismo tra comportamenti della madre verso il figlio e la prostrazione del padre in qualità di vittima. Spezzando così illogicamente la connessione causale tra condotta vessatoria ed effetti sulla persona verso cui è agita la violenza.

In fondo i giudici - dice la Cassazione - hanno sovrapposto la sofferenza del marito per il deterioramento del rapporto coniugale e l’offesa rivolta verso un altro familiare.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©