Marchi in comunione, stop alla licenza con un recesso
La Cassazione chiarisce per la prima volta che basta il no di un contitolare. È una conseguenza del fatto che la concessione va richiesta all’unanimità
La concessione in licenza esclusiva di un marchio in comunione richiede il consenso unanime dei contitolari. Di conseguenza, il recesso di uno solo di essi comporta la necessità di rinegoziare la licenza, non essendo sufficiente per la sua prosecuzione il consenso degli altri contitolari (anche a maggioranza qualificata). È questo l’inedito principio di diritto espresso dalla Corte di cassazione con la sentenza n. 10637 del 19 aprile 2024.
Prima d’ora, infatti, ancora non era stata raggiunta una posizione...