Amministrativo

Maruotti (Cds) tende la mano agli avvocati: più tolleranza su sinteticità atti

Il Presidente del Consiglio di Stato intervenendo alla inaugurazione del Tar Lazio ha esortato a guardare alla complessità della causa ed ha stigmatizzato l’onerosità del contributo unificato

di Francesco Machina Grifeo

“La Giustizia amministrativa è centrale nel Paese. Noi siamo quell’arbitro indispensabile per la regolarità della partita, e l’infrazione è fisiologica ma tutti devono credere alle regole”. Lo ha detto il Presidente del Consiglio di Stato, Luigi Maruotti, intervenendo nel corso della inaugurazione dell’anno giudiziario 2025 del Tar Lazio.

“Questa magistratura – ha proseguito - risponde alle istanze dei cittadini e degli enti”. “Annullare un atto non è smentire l’amministrazione ma vuol dire che potrebbe essere migliorato”. Maruotti ha poi detto che la comunità deve sapere che attraverso la giustizia amministrativa le proprie richieste troveranno sempre un orecchio attento, mentre le pronunce non devono essere troppo formalistiche, “vedo alcune inammissibilità che alcuni miei maestri non avrebbero pronunciato”. Il Presidente ha poi ricordato il ruolo dei Tribunali amministrativi, non solo giudici dell’economia ma anche dei diritti, com’è stato durante il Covid, e com’è sempre più spesso per la scuola con riguardo agli alunni disabili.

“C’è un tema che mi sta molto a cuore – ha poi aggiunto - e che riguarda la sinteticità e la chiarezza degli atti e non mi riferisco solo agli avvocati, dobbiamo anche noi cercare gli esseri sintetici. A volte leggo sentenze di pagine e pagine ma per capire la ratio decidendi devi arrivare alle ultime 10 righe finali. Non è possibile, dobbiamo fare in modo che la sentenza sia chiara, risponda ai motivi, e possa essere facilmente spiegata anche al cliente, la sentenza deve rivolgersi alla comunità e non soltanto agli addetti ai lavori. E soprattutto quando enunciamo la regola juris rivolta all’amministrazione scriviamola chiaramente come una massima. Se miglioriamo le sentenze semplificheremo l’azione amministrativa e quindi la soddisfazione degli interessi della comunità”.

Mano tesa poi agli avvocati sul contributo unificato. “sono consapevole – ha affermato - che l’entità del contributo unificato è particolarmente elevata e spero che nelle sedi competenti le proposte che anch’io ho sollevato, volte a ottenerne una riduzione, siano prese in considerazione, perché molti non propongono il ricorso o perché la legislazione è oscura o perché appunto i costi sono elevati”.

Tornando a parlare della sinteticità degli atti è arrivata la reprimenda per i colleghi: “Ho visto anche sentenze molto formalistiche non le vorrei più rivedere. Sono consapevole che occorre sempre consentire il più ampio esercizio dei diritti alla difesa, va verificata la complessità del caso concreto, non soltanto il suo valore economico. Quindi attenzione a non applicare severamente quell’articolo 26 del Cpa oppure quell’articolo che riguarda anche il pagamento di contributo unificato. Siamo attenti perché ledere il diritto alla difesa non è consono alla gloriosa tradizione del Consiglio di stato e negli ultimi cinquant’anni anche dei Tar”.

Infine, la “promessa” di “tenere in massima considerazione le indicazioni degli avvocati sui contenuti e sui tempi delle riforme che rientrano nell’ambito di mie competenze, anche per quanto riguarda il numero delle pagine. Chi teme che ci sarà un decreto frettoloso sbaglia, non è così sono sempre in contatto con le associazioni e gli enti che rappresentano gli avvocati e saranno tenuti nella massima considerazione”.

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