Giustizia

Mattarella: la magistratura ha le risorse per affrontare difficoltà

Ermini, vicepresidente uscente del Csm: "È stata una consiliatura complessa, segnata da gravi episodi che l'hanno colpita. Ciò nonostante il Consiglio ha cercato di superare le profonde

"La magistratura ha nei valori costituzionali, nel suo ambito e nella sua storia, le risorse per affrontare le difficoltà e per assicurare - con autorevolezza e credibilità - il rispetto della legalità indispensabile per la vita e la crescita civile della società". Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di commiato dei componenti del Csm uscente al Quirinale.

Intanto domani mercoledì 25 si terrà la Prima riunione del nuovo plenum. Trenta i componenti, 20 togati e 10 laici, più i membri di diritto, il capo dello Stato, il primo presidente e il procuratore generale della Corte di Cassazione. I consiglieri sono chiamati al primo atto che dà il via alla nuova consiliatura: l'elezione del vicepresidente.

"Attraverso l'esercizio trasparente ed efficiente del governo autonomo il Consiglio Superiore – ha aggiunto Mattarella - deve garantire, nel modo migliore, l'autonomia e l'indipendenza della giurisdizione; e deve assicurare agli uffici giudiziari il miglior livello di professionalità dei magistrati, che svolgono con impegno e dedizione la loro attività anche in condizioni ambientali complesse e talvolta insidiose".

Mattarella ha poi rivolto un saluto ai componenti del Csm uscenti ed ha espresso "un sentito ringraziamento al Vicepresidente e ai consiglieri uscenti per l'impegno profuso e per l'attività svolta nel corso del mandato" dicendosi "certo che il nuovo Consiglio saprà svolgere le sue funzioni del quadro di corretti rapporti istituzionali, nell'interesse preminente della Repubblica".

Il vicepresidente uscente del Csm David Ermini ha ammesso che "è stata una consiliatura complessa, segnata da gravi episodi che l'hanno colpita". "Veniamo da anni davvero complicati – ha aggiunto -, inutile negarlo. La consiliatura che oggi giunge al suo termine ha vissuto giorni drammatici, rischiando di essere travolta da pratiche e accordi di potere scandalosi".

"Ciò nonostante – ha proseguito -, grazie al contributo dei suoi componenti, il Consiglio superiore ha cercato di superare le profonde tensioni prodotte da quelle vicende, per assicurare il corretto funzionamento degli uffici giudiziari".

Ermini ha poi detto che il Csm "non ha ragione di essere demonizzato o degradato a pura amministrazione". "La magistratura – ha aggiunto - non è un potere malato. Non è un potere politicizzato. I magistrati italiani rendono quotidianamente giustizia ai cittadini, operando in strutture spesso inadeguate e in condizione di evidente carenza di organico e di risorse. Giudici e procuratori sono tenacemente in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata, e se oggi plaudiamo al successo dell'operazione che ha portato all'arresto di Matteo Messina Denaro lo dobbiamo anche alla loro abnegazione e professionalità. A questa magistratura la società civile deve guardare con riconoscenza".

"Ciò non toglie - ha detto ancora Ermini - che è necessario fare ammenda dei propri errori rinsaldando il rapporto di fiducia con i cittadini all'esito di una riflessione critica sulla responsabilità sociale del ruolo e della dignità della funzione di giustizia, che è funzione da declinare non come potere ma piuttosto come servizio, proteso ad assicurare la garanzia dei diritti".

Tornando alle elezioni del nuovo vicepresidente sono tre i nomi in ballo, in base a quanto emerge da indiscrezioni della vigilia: l'avvocato in quota Lega Fabio Pinelli, il costituzionalista voluto dal Pd Roberto Romboli, professore emerito all'Università di Pisa, il più votato tra i laici, e Daniela Bianchini, docente di Diritto di famiglia e minorile presso l'Università Lumsa, una delle tre donne elette su indicazione di Fratelli d'Italia, e che, in caso di vittoria, sarebbe la prima donna alla vicepresidenza di palazzo dei Marescialli, in un consiglio in cui le donne sono 10, 6 togate e 4 laiche, a fronte di 20 uomini, 14 togati e 6 laici.

L'elezione del vicepresidente avviene a scrutinio segreto: al primo turno è eletto chi ottiene la maggioranza assoluta, 17 voti, se nessuno la raggiunge si passa al secondo scrutinio ed eventualmente al terzo, quando viene eletto chi ha il maggior numero di voti. In caso di parità alla terza votazione, il regolamento prevede il ballottaggio e, se dovesse verificarsi di nuovo una condizione di parità, a prevalere sarebbe il più anziano.

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