Responsabilità

Milano ritocca le tabelle danni

Il Tribunale di Milano “risponde” alle critiche della Cassazione sui criteri di liquidazione del danno parentale

di Maurizio Hazan

Il Tribunale di Milano “risponde” alle critiche della Cassazione (sentenza 10579 del 21 aprile) sui criteri di liquidazione del danno parentale elaborati dal suo osservatorio, preso spesso come riferimento nazionale. Con la sentenza n. 5947 del 7 luglio, firmata dal presidente Damiano Spera, il Tribunale prende atto che la propria tabella va cambiata, ma afferma che per non creare problemi nella delicata fase transitoria si applica la propria tabella, sia pure con qualche correttivo.

La Cassazione aveva “chiesto” un metodo che desse una miglior prevedibilità della decisione e una più schematica valorizzazione delle circostanze che normalmente incidono sulla maggiore o minor gravità del danno (sopravvivenza o meno di altri congiunti, età del de cuius e del congiunto superstite). Si tratterebbe di associare a ciascuna circostanza un coefficiente, mentre il metodo milanese non liquida il danno con una tabella a punti: si limita ad individuare ampie “forchette” di valore dentro cui il giudice può di volta in volta spaziare. Troppo lasca, secondo la Cassazione, quella forbice. E potenzialmente troppo mobili i riferimenti attorno ai quali il giudice dovrebbe fondare la propria decisione.

La sentenza del 7 luglio afferma che «sono già stati avviati i lavori di predisposizione di una tabella che risponda ai parametri» innovativi “a punti” individuati dalla Cassazione. Nel frattempo, l’unica tabella a punti oggi disponibile è quella del Tribunale di Roma, che da tempo agisce per affermare il proprio metodo su quello milanese. Ma la Cassazione da 10 anni (sentenza 12408/2011) dà valore di riferimento assoluto proprio alla sola tabella milanese. Anche sul danno parentale. Perciò discostarsi dalle”forchette” di Milano fa rischiare una pericolosa discontinuità, e disparità di trattamento, rispetto al passato.

Così la sentenza 5947, visto che in 500 sentenze monitorate in tutta Italia prevale il metodo milanese, dice che nel transitorio si applica ancora quello, ma tenendo presenti alcune cose.

La futura tabella a punti, per esser allineata allo stato dell’arte, dovrà anzitutto estrarre il valore economico di base non in modo randomico ma tenendo conto di quello delle liquidazioni giudiziali in uso, quindi quello milanese. È dunque proprio a quei valori che il Tribunale di Milano vuole (e deve) continuare a guardare in attesa della nuova “tabella a punti”. Solo che, in assenza di un metodo “puntuale”, il giudice non deve limitarsi a indicare un valore all’interno della cornice edittale milanese ma motivi in modo preciso e granulare, individuando il quantum su parametri della cui applicazione e comparazione dovrà dar conto adeguatamente e analiticamente. Alla resa dei conti, l’Osservatorio milanese si impegna a rimodellare la propria tabella, ma rimane fedele a sé stesso sui valori economici di fondo. Che continueranno a essere la cornice convenzionale.

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