Professione e Mercato

Movimento forense: comunicazione e pubblicità informativa degli avvocati, è il momento di discuterne

Nella mozione presentata dal Presidente La Lumia, in occasione dell'ultimo Congresso Nazionale Forense di Lecce, si richiede la costituzione di un tavolo di confronto tra istituzioni e associazioni forensi per l'adeguamento delle norme deontologiche in materia di pubblicità informativa

di Antonino La Lumia*

La professione forense sta attraversando una delicata fase di transizione, riconducibile principalmente ai complessi mutamenti della società: in questo incessante processo di adattamento dell'intero settore della Giustizia, stanno mostrando un impatto sempre più determinante le nuove tecnologie e, insieme, i diversi mezzi di comunicazione che - nella logica di una connessione globale - consentono agli avvocati di ampliare la propria competitività, confrontandosi con una platea anche internazionale di potenziali clienti.

È lo sfondo ideale per una professione che - forte delle proprie tradizioni, ma aperta alle innovazioni - deve puntare decisamente su una rinnovata centralità del ruolo dell'avvocato, dentro e fuori i confini nazionali, capace di misurarsi con i colleghi stranieri, sulla base di meccanismi concorrenziali di fonte euro-unitaria.

Ciò consentirebbe di governare il cambiamento in atto, stimolando positivamente una competizione trasparente e intercettando così nuove opportunità lavorative.

Questo percorso deve salvaguardare la formazione generale (sia processuale, sia stragiudiziale) e, nel contempo, essere in grado di valorizzare le (sempre più essenziali) competenze verticali dell'avvocato, la sua esperienza professionale e il suo rapporto fiduciario con gli assistiti, adottando gli strumenti più corretti - anche dal punto di vista deontologico - per consentirne una proficua comunicazione alla collettività.

Il nostro ordinamento prevede una disciplina specifica in merito alla pubblicità informativa degli avvocati, che impone canoni inderogabili di trasparenza, correttezza e verità nelle comunicazioni, che non possono essere ingannevoli, denigratorie o suggestive, né determinare ipotesi di accaparramento di clientela (artt. 17, 35, 37 e 57 del codice deontologico).

Sono elementi connaturati alla professione e che giustamente restano (e devono restare) baluardi invalicabili.

Ciò posto, i richiamati fattori di trasformazione della società suggeriscono una più adeguata concezione della comunicazione in ambito forense che valorizzi le competenze, l'organizzazione dello studio e il suo bagaglio esperienziale, legato alla clientela e alla tipologia di affari trattati, che rappresentano uno degli aspetti più significativi per il professionista.

Tale ultimo profilo è connesso al c.d. "track record", ossia un'indicazione sull'esperienza in una determinata materia e in riferimento ad affari di natura analoga a quella del nuovo mandato: l'esigenza di poter fornire informazioni oggettive in questo senso è avvertita, con sempre maggiore intensità, in ogni occasione in cui il riscontro qualificato dell'avvocato - coerentemente con una linea di massima trasparenza - possa essere rilevante per il conferimento dell'incarico da parte del cliente.

È indicativo che una disciplina di "apertura" sia stata già adottata da altri Paesi europei (ad es., Austria, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Spagna), che pure hanno un assetto di regolamentazione deontologica affine a quello italiano.

Insomma, è il momento di discuterne

Il tema è stato introdotto all'ultimo Congresso Nazionale Forense di Lecce (ottobre 2022), con una mozione presentata dal sottoscritto e recepita come raccomandazione, con la quale è stata chiesta la costituzione di un tavolo di confronto tra istituzioni e associazioni forensi per l'adeguamento delle norme deontologiche in materia di pubblicità informativa: l'auspicio, dunque, è che si possa avviare presto una riflessione concreta, in modo da poter valutare e condividere le migliori opzioni di intervento normativo che possano sostenere, anche da questo punto di vista, la competizione per gli avvocati italiani.
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*Antonino La Lumia
Presidente nazionale del Movimento Forense - Consigliere dell'Ordine degli Avvocati di Milano


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