Nel piano strategico le nuove mosse 2019
Non un semplice business plan, ma una mappa dettagliata con la rotta da seguire. Si presenta così il piano strategico che ogni studio legale dovrebbe redigere per indirizzare l’ attività in modo da raggiungere i propri obiettivi. Si tratta di un documento complesso composto da una premessa analitica e corredato dell’indicazione sintetica degli obiettivi, delle risorse impiegate, dei risultati attesi e degli strumenti o delle persone coinvolte nel suo svolgimento.
Di solito lo studio professionale affronta la redazione del piano strategico dopo la pausa estiva, appena chiusi i conti del secondo quarto dell’anno. Alcuni tuttavia preferiscono redigerlo prima della fine dell’anno solare. Quel che conta è avere un quadro verosimile della reputazione dello studio e della sua redditività, nonché dell’andamento finanziario in termini di fatturato, declinato per singolo professionista o squadra di professionisti, per cliente o gruppo di clienti e per tipologia di lavoro o, come si usa dire nei grandi studi, per practice area. Anche il professionista che lavora da solo, o con pochi collaboratori, dovrebbe fermarsi a riflettere e organizzare le proprie idee sul futuro trasformandole in strategia.
Nel piano per il 2019 non potranno mancare i passi per adeguarsi alle novità normative, come la fattura elettronica (obbligatoria per i professionisti verso le imprese) e il Gdpr (Regolamento europeo Privacy). Ma anche l’aggiornamento degli strumenti comunicativi online (sito e newsletter) e, forse prima ancora di tutto questo, la sicurezza dei dati informatici.
I contenuti
Il piano potrà essere redatto in modo più o meno formale. La formalizzazione delle ragioni che lo sorreggono e delle intenzioni che lo compongono è decisiva perché il professionista o il gruppo di professionisti si faccia carico della volontà di agire nella direzione indicata.
La sua stesura (e la sua discussione, in caso di organizzazioni plurali), è quindi parte integrante e imprescindibile ed è capace di garantirne il successo o determinarne l’insuccesso. Il documento potrà essere articolato in una presentazione schematica, illustrativa degli obiettivi e degli strumenti individuati per raggiungerli per poi essere perfezionato, una volta discusso o meditato, con il corredo di un budget preventivo e, successivamente, tradursi in un masterplan. Quest’ultimo è una lista di azioni impostata secondo una scala di priorità logica e cronologica: pone in relazione il «cosa fare», con il «quando fare» con il «chi deve farlo», con il «quanto può spendere» e infine con le aspettative di risultato (Roi o return on investment).
Le matrici
Nell’elaborazione delle diverse teorie di management sono state formulate numerose matrici che possono soccorrere nella stesura della pianificazione e anche nelle fasi successive di realizzazione e controllo del piano. Le più note sono quelle che consentono di identificare graficamente le aree di mercato da sviluppare o quelle già note da incrementare con servizi nuovi (matrice di Ansoff), o quelle che analizzano le quote di mercato presidiate dall’attività dall’organizzazione (matrice di Boston) o ancora i diagrammi che consentono di monitorare costantemente le attività di ciascuno degli attori coinvolti nella strategia (diagramma di Gannt).
Per poter affrontare un’azione strategica uno studio legale, piccolo o grande che sia, deve conoscere i dati relativi alla propria attività . Quelli necessari riguardano, ad esempio, il fatturato prodotto nell’anno o porzione di anno, le caratteristiche e la fedeltà della clientela che lo ha generato, la mole di lavoro necessaria a produrlo, il numero e il costo degli addetti impiegati nella produzione o le spese vive per la gestione della struttura. Senza una precisa fotografia dell’esistente sarà difficile impostare una corretta strategia per il futuro.
L’utilizzo di software gestionali in grado di fornire una reportistica utile è ancora piuttosto marginale tra gli studi italiani. Si stima che meno di uno studio legale su tre utilizzi un programma in grado di memorizzare e stoccare i dati utili alle analisi utili per la gestione strategica.
La maggioranza dei professionisti si accontenta di chiedere al proprio gestionale di organizzare l’agenda e di emettere le parcelle. Gli studi che invece si affidano ad una raccolta analitica dei dati e leggono la reportistica, normalmente sono premiati dal successo in termini di risultati, ma anche di efficienza e risparmio di risorse.
Vedi il grafico: Il tris di ingredienti