Responsabilità

Nella responsabilità medica maggiorazione dei compensi ai periti

Giudicato irragionevole il divieto di aumento stabilito dalla Gelli-Bianco

di Giovanni Negri

Devono potere essere aumentati i compensi dei periti in materia di responsabilità medica. L’esclusione dell’incremento, infatti, stabilita dalla legge Gelli-Bianco è incostituzionale per manifesta irragionevolezza. A stabilirlo è la sentenza della Corte costituzionale n. 102 depositata ieri e scritta da Maria Rosaria San Giorgio. La questione era stata sollevata dal tribunale di Verona per ilo quale l’articolo 15, comma 4, della legge 8 marzo 2017, n. 24 sarebbe stato in contrasto con l’articolo articolo della Costituzione, per l’irragionevole disparità di trattamento che si determinerebbe nella liquidazione dei compensi di un collegio peritale nei giudizi di responsabilità medica, a fronte di quella spettante ai collegi composti da esperti di discipline diverse da quella medica oppure di discipline che richiedono differenti competenze mediche, ma in relazione ad altre tipologie di controversie. A

La legge Gelli-Bianco ha infatti stabilito da una parte che la perizia in un procedimento, civile o penale, per responsabilità medica deve essere sempre svolta da un collegio, indipendentemente dalla complessità della vicenda, proprio per la delicatezza della materia, ma poi, dall’altra, ha escluso espressamente l’applicazione della maggiorazione del 40% dei compensi riconosciuti dalla disciplina generale sulle perizie in altre materie.

Un’esclusione che ora la Corte considera irragionevole perchè «la finalità di alleviare l’aggravio economico che, in forza della collegialità necessaria, verrebbe a ricadere sugli interessati già onerati dei costi della eventuale consulenza di parte non può valere a legittimare la introduzione di una irragionevole soglia di contenimento del quantum dell'onorario, non potendo il soddisfacimento di un'esigenza siffatta tradursi in un ingiustificato sacrificio per i consulenti incaricati».

Di conseguenza risulta, sottolinea la pronuncia, gravemente contraddittorio che, per un verso, si esiga che in tale campo sia favorito l’intervento di tecnici particolarmente specializzati ed esperti, sia sul piano teorico che pratico, e, per altro verso, si sopprima il meccanismo che prevede un incremento del compenso che controbilancia la complessità, meccanismo destinato ad evitare una «plateale decurtazione» dell’importo che sarebbe spettato in caso di incarico al singolo.

Con la conseguenza, tra l’altro, avverte ancora la Corte, di favorire l’allontanamento dal circuito dei consulenti tecnici d’ufficio proprio dei professionisti in possesso delle più avanzate conoscenze, penalizzandoli sul piano economico.

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