Giustizia

Nordio: dimissioni? Vostro desiderio - Carceri: liberazione anticipata non è soluzione

Il Ministro della Giustizia ha risposto oggi al question time al Senato. Allarme sovraffollamento carceri dell’Ocf nel corso di una giornata di lavori al Cnel

di Francesco Machina Grifeo

Voi pensate che io sia dimissionario perché è questo il vostro desiderio ma ripeto è un wishful thinking’ e vi posso assicurare ’hic manebimus optime’’’. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio rispondendo al question time al Senato alle parole del senatore del Pd Filippo Sensi che aveva appunto detto: ’’Da oggi noi la consideriamo dimissionario’’ con riferimento alle notizie di stampa sui risultati raggiunti dall’inchiesta del tribunale dei Ministri sul caso Almasri. Dalle carte infatti emergerebbe che il ministero della Giustizia si mosse da subito per gestire la vicenda “con cautela e senza lasciare tracce”. Per il Ministro: “Gli atti che abbiamo smentiscono i giornali”.

“Da ex magistrato – ha proseguito Nordio - sarebbe improprio se entrassi nei dettagli di una indagine che è ancora, appunto, in corso. Ripeto, quando saranno esibiti gli atti, potrete vedere chi aveva ragione e chi aveva torto”. “È una situazione difficile perché correttezza vuole che si mantenga un certo riserbo, però posso dire che quello che ho letto, questo lo dico chiaramente, non corrisponde a verità, al Parlamento ho sempre detto la verità”.

Rispondendo poi a un’altra interrogazione sul sovraffollamento delle carceri, il Ministro ha decisamente chiuso alla estensione della misura della liberazione anticipata. “Se dobbiamo liberare delle persone con la motivazione che in carcere non c’è più posto – ha detto Nordio - da un punto di vista logico questa è un’istigazione a delinquere. Se devo liberarti perché in carcere non ci stai significa che se commetti un reato non ti posso incarcerare e quindi non è una soluzione corretta’’. Il Ministro ha poi dichiarato che “non vi è una relazione tra sovraffollamento carcerario e suicidi. Sono due problemi enormi ma non sono correlati”.

Nordio ha poi affermato che con l’indulto del 2006 furono rimessi in libertà il 36% dei detenuti ma già nel febbraio del 2008 le presenze detentive aumentarono nuovamente a 51.195 e nel luglio 2009 a 63.472, in misura addirittura superiore a quella registrata tre anni prima e cioè 60.710, mantenendo peraltro una crescita costante. “Inoltre – ha aggiunto -, nel giro soli tre anni è stata registrata una recidiva del 48%”. Il Ministro ha poi ricordato gli stanziamenti di “risorse straordinarie” da parte del Governo: 132 milioni di euro per la remunerazione del lavoro dei detenuti. Altri 12 milioni di euro, a regime, per ampliare le opportunità di accesso alle misure alternative alla detenzione presso le strutture di accoglienza accreditate, nonché per aumentare i posti nelle comunità terapeutiche per i detenuti tossicodipendenti e potenziare i servizi per le dipendenze negli istituti penitenziari. Da ultimo, l’impegno dei fondi FERS per circa 260 milioni di euro destinati alle Regioni per avviare percorsi di orientamento, formazione e housing sociale delle persone sottoposte a misura penale esterna o in uscita dagli istituti penitenziari, e attivare una rete per favorirne il reinserimento socio lavorativo.

In contemporanea però arriva l’allarme dell’Organismo Congressuale Forense (OCF) che, nel corso dell’evento “Le persone dimenticate”, ospitato oggi dal Cnel, denuncia le condizioni invivibili delle carceri acuite dall’emergenza caldo. Per i legali i numeri parlano da soli: 62.722 detenuti in spazi pensati per 46.706, con un tasso di sovraffollamento del 134,29%. A ciò si aggiungono 34 suicidi tra i detenuti e 2 tra gli agenti penitenziari dall’inizio dell’anno. Per l’Ocf sono tre le direttrici da seguire: investimenti strutturali, non solo nuove carceri, ma riqualificazione dell’esistente; potenziamento delle misure alternative: comunità terapeutiche, case famiglia, centri di servizio sociale; riforma del processo esecutivo: snellimento del procedimento di sorveglianza e rafforzamento del ruolo della difesa anche nella fase esecutiva. E poi il rilancio della proposta di legge sulla liberazione anticipata come strumento immediato per alleggerire la pressione interna, nel frattempo affossata dal Ministro Nordio nel suo intervento al Senato.

Negli ultimi giorni, anche l’Osservatorio di Antigone ha lanciato l’allarme: in alcune sezioni “le temperature sono così elevate da rendere invivibili le celle e si deve cercare refrigerio provando ad uscire dalle stesse, cosa non possibile per tutte le persone detenute”. In alcune celle, inoltre, l’acqua corrente è disponibile solo per alcune ore al giorno. In altre ancora le docce non ci sono. Sono stati segnalati “casi di diffusioni di malattie infettive o casi di celle e sezioni chiuse per la diffusione di parassiti.

Tornando al question time, a proposito del “caso Ramy”, Nordio ha annunciato che il Ministero sta lavorando per trovare un sistema che possa consentire alle forze dell’ordine “che agiscono in condizione di scriminanti, quindi legittima difesa, stato di necessità, uso legittimo delle armi, adempimento di un dovere, esercizio di un diritto, di poter partecipare alle indagini senza essere iscritti nel librone malefico del registro degli indagati e senza ricevere questa informazione di garanzia’’. “Sia chiaro – ha aggiunto -: non si tratta di scudo penale né di impunità ma di un rafforzamento delle garanzie di assistenza durante l’apprezzamento del fatto prima di procedere all’iscrizione nel registro degli indagati”.

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