Comunitario e Internazionale

Normativa europea in materia di sicurezza generale dei prodotti, nuovi obblighi per e-commerce e sanzioni più severe

La proposta di Regolamento prevede l'introduzione di modifiche significative sulla fornitura e controllo dei prodotti lungo l'intera catena distributiva in tutto il territorio dell'Unione

di Angelo Molinaro*

Il 1° luglio la Commissione Europea ha avviato una consultazione pubblica su una proposta di regolamento volta a sostituire, in particolare, la direttiva sulla sicurezza generale dei prodotti (DSGP); detta consultazione terminerà il 17 settembre prossimo. L'iniziativa si inserisce nell'ambito del programma della Commissione europea di " controllo dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione" (REFIT), teso a rendere la legislazione dell'Unione Europea più efficiente ed efficace.

La Commissione Europea ha deciso di optare per lo strumento del regolamento per consentire un maggior livello di armonizzazione tra le legislazioni degli Stati membri e evitare così conflitti tra le stesse o ostacoli all'effettiva realizzazione del mercato interno.

La proposta prevede l'introduzione di modifiche significative che incideranno sulle modalità di fornitura e controllo dei prodotti lungo l'intera catena distributiva in tutto il territorio dell'Unione Europea.

I cambiamenti riguarderanno, infatti, tutte le aziende che producono, importano o distribuiscono prodotti e verranno, inoltre, stabiliti nuovi obblighi per le piattaforme di e-commerce.

Un po' di storia

La direttiva attualmente in atto, adottata nel 2001, richiede ai produttori di immettere sul mercato solo prodotti sicuri. Richiede anche agli Stati membri di condurre attività di sorveglianza del mercato per garantire che i produttori e i distributori rispettino i loro obblighi.

Le regole fissate dalla direttiva si applicano "nella misura in cui non esistano, nell'ambito della normativa comunitaria, disposizioni specifiche aventi lo stesso obiettivo che disciplinano la sicurezza dei prodotti in questione".

Ciò significa che, dato un certo prodotto, se la normativa euro-unitaria (allora "comunitaria") prevede dei requisiti di sicurezza, la direttiva ha una funzione "integrativa", ossia trova applicazione "unicamente per gli aspetti e i rischi o le categorie di rischi non soggetti a tali requisiti".

Al riguardo, la normativa di armonizzazione dell'Unione europea prevede per ciascun prodotto ben individuato una serie di prescrizioni volte a garantirne un livello minimo di sicurezza.

Conseguentemente, un prodotto che soddisfa gli specifici requisiti previsti dalla applicabile normativa si presume "sicuro".

Nel 2013, la Commissione ha tentato una revisione generale e una semplificazione di questo sistema proponendo un pacchetto di due nuovi regolamenti: uno sulla sicurezza dei prodotti di consumo e l'altro sulla sorveglianza del mercato. Tuttavia, il pacchetto è stato bloccato in Consiglio a causa di un disaccordo tra gli Stati membri sulle disposizioni relative all'etichettatura del paese d'origine.

Nel frattempo, nel 2019 è stato adottato un nuovo regolamento "sulla vigilanza del mercato e sulla conformità dei prodotti" con l'obiettivo di risolvere alcune delle questioni urgenti nella sorveglianza del mercato, soprattutto per quanto riguarda le vendite online; esso si applica integralmente dal 16 luglio scorso.

Tuttavia, il Parlamento non ha mai rinunciato al pacchetto del 2013, chiedendo ripetutamente la sua adozione. Nell'ottobre 2019, ha deciso di riportarlo nella nuova legislatura, come parte delle "questioni in sospeso".

La nuova Commissione, tuttavia, ha deciso di escludere il pacchetto 2013 dal dibattito, annunciando che avrebbe indirizzato tutti i suoi sforzi nella revisione della direttiva sulla sicurezza generale dei prodotti.

Il 23 giugno 2020, la Commissione ha pubblicato una tabella di marcia per raggiungere questo scopo. In linea con la risoluzione adottata dal Parlamento europeo il 25 novembre 2020 sulla questione, la proposta di regolamento è stata predisposta nell'ottica di affrontare, tra gli altri, i seguenti problemi:

● la sicurezza dei prodotti legata alle nuove tecnologie, in particolare all'uso di dispositivi connessi e all'intelligenza artificiale;

● la sicurezza dei prodotti nei canali di vendita online, come piattaforme e marketplace online o acquisti diretti da produttori in paesi terzi;

● una maggiore efficacia dei richiami dei prodotti;

● regole di sorveglianza del mercato troppo complesse e mancanza di strumenti e risorse adeguate da parte delle autorità nazionali di sorveglianza del mercato e doganali.

In sintesi, con specifico riferimento agli online marketplaces, la proposta di regolamento prevede, tra gli altri, i seguenti specifici obblighi:

(i) istituire un singolo punto di contatto per la comunicazione diretta con le autorità di sorveglianza degli Stati membri, in particolare per ricevere disposizioni/provvedimenti in merito all'offerta di prodotti pericolosi;

(ii) registrarsi presso il portale Safety Gate;

(iii) adottare le necessarie misure (in ipotesi, una struttura interna dedicata o dei processi aziendali) per monitorare la ricezione di provvedimenti dalle competenti autorità ("Autorità") e darvi tempestiva esecuzione, in ogni caso entro due giorni lavorativi.
Detti provvedimenti potranno:
(a) essere veicolati tramite il portale Safety Gate;
(b) disporre, tra l'altro, la rimozione di determinati contenuti, l'inibizione dell'accesso o la pubblicazione di specifici warning agli utenti finali. Gli online marketplace dovranno dare conferma di aver dato seguito ai provvedimenti ricevuti;

(iv)tenere nella dovuta considerazione le informazioni sui prodotti pericolosi, notificate dalle autorità di sorveglianza degli Stati membri tramite il portale Safety Gate, in sede di applicazione delle misure che adotteranno volontariamente per intercettare, identificare o rimuovere i contenuti pericolosi dal loro portale. Gli online marketplace devono informare, tramite Safe Gate, le Autorità in merito a ogni misura adottata;

(v) prevedere misure che consentano di rispondere entro 5 giorni lavorativi a notifiche, ricevute da qualsiasi persona fisica o ente, in merito possibili contenuti illegali;

(vi) predisporre i propri portali in maniera tale che i commercianti che li utilizzino forniscano, in maniera leggibile e facilmente accessibile dai consumatori, specifiche informazioni in merito ai produttori, prodotti e modalità di utilizzo.

I requisiti per la sicurezza dei prodotti all'interno dell'Unione Europea sono quindi destinati a cambiare radicalmente. Con l'obiettivo di garantire la massima sicurezza dei prodotti destinati ai consumatori, il legislatore sta infatti fissando regole sempre più severe per tutti i player della filiera e, per la prima volta, anche i marketplace online verranno sottoposti a nuovi e più rigidi obblighi.

Al fine di garantire il rispetto della disciplina, è previsto un inasprimento delle sanzioni pecuniarie applicate in caso di mancato rispetto della disciplina.

La proposta di regolamento prevede, infatti, che gli Stati membri possano applicare una sanzione massima non inferiore al 4% del fatturato annuo realizzato, dall'operatore economico o, ove applicabile, dal market place online, nello Stato/negli Stati in cui si è verificata la violazione.

In questo modo, le sanzioni saranno in linea con quelle previste per le violazioni del GDPR e della direttiva "Omnibus" volta alla tutela consumatori: rappresenterebbero, quindi, un deterrente significativo.

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*A cura di Angelo Molinaro, Head of Retail & Consumer, e Marialaura Boni, Senior Associate, di Osborne Clarke in Italia

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