Giustizia

OCF, deposito e consultazione telematica: "Subito una piattaforma unica"

L'Organismo Congressuale Forense chiede anche che venga rimosso per gli avvocati ogni impedimento alla consultazione dell'Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente

di Francesco Machina Grifeo

Un mese "nero" quello di novembre, non ancora terminato, per il "tormentato rapporto" tra gli avvocati e la telematica a causa dei "gravissimi ritardi e malfunzionamenti del Pct rimasti senza spiegazioni da parte del Ministero". Le disfunzioni hanno riguardato gli adempimenti di cancelleria che avvengono "esclusivamente e obbligatoriamente" con modalità telematiche. È infatti accaduto che notificazioni, depositi, pagamenti e consultazioni dei fascicoli sono stati "in taluni distretti e in alcuni momenti" del tutto impediti, con "notevole danno per gli studi legali" e con il rischio anche di "responsabilità professionali". Un quadro a tinte fosche quello disegnato dall'Organismo Congressuale Forense che chiede la creazione di una piattaforma unica che sostituisca i sei canali di deposito e consultazione oggi esistenti: civile, amministrativo, tributario, contabile, penale e sportivo.

Il malfunzionamento in queste ora riguarda soprattutto il sistema informatico di liquidazione delle spese di giustizia, denominato SIAMM. "Chi chieda ora di accedere con le sue credenziali – si legge nella nota Ocf - viene accolto da un messaggio che annuncia che ‘non c'è più spazio'". Si tratta, come noto, del sistema di pagamenti per il patrocinio a spese dello Stato.

Senza parlare poi della condizione dei Giudici di pace, dove vi sono uffici giudiziari "ancora incredibilmente esclusi dalla digitalizzazione".

La creazione di un unico portale, spiega l'Ocf, "faciliterebbe e velocizzerebbe il lavoro nella gestione dei depositi e si diminuirebbero i costi". Mentre con il superamento del deposito via pec "si otterrebbe il caricamento diretto dell'atto sulla piattaforma, visibile subito da tutti, fatta salva la verifica da parte del cancelliere".

Infine, a complicare ancora di più il quadro, è arrivata nei giorni scorsi la decisione fa del Ministero dell'interno che, in nome della privacy, ha bloccato la possibilità di estrarre i certificati anagrafici online. "Occorre – conclude l'Ocf - revocare ogni decisione che impedisca l'accesso dell'avvocato alla Anagrafe Nazionale, proprio perché funzionale al pieno esercizio del diritto di difesa".

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