Civile

OCF: va rinviato al 30 settembre l'obbligo di deposito telematico al Gdp

Per l'Avvocatura l'avvio del processo telematico il prossimo 30 giugno è impossibile. Gli Uffici dei Giudici di Pace sono del tutto impreparati. È evidente il pericolo del mancato rispetto dei termini processuali

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Il 30 giugno 2023 dovrebbe entrare in piena attività il processo telematico avanti ai Giudici di Pace di tutta Italia. Per l'Organismo Congressuale Forense, all'esito di un monitoraggio delle fasi di formazione e sperimentazione, è emersa una drammatica situazione: la formazione del personale, organizzata mediante tutorial a video (da scaricare su iniziativa dei funzionari) o attraverso corsi a distanza, ha coinvolto solo una parte degli Uffici, mentre ad altri non è stato neppure comunicata la data del corso a essi destinato. E quelli che ne hanno usufruito l'hanno reputata insufficiente, ritenendo più efficace l'addestramento in presenza anziché da remoto.

Inoltre, la fase della sperimentazione, prevista con il deposito esclusivamente di ricorsi per decreto ingiuntivo, con l'adozione del "doppio binario" (cartaceo e telematico, con validità legale solo del primo) "è stata resa vana dall'esiguo numero di ricorsi depositati causata dall'assenza di uno specifico ambiente di prova, con l'impossibilità di effettiva lavorazione degli atti e del conseguente deposito di provvedimenti da parte dei Giudici". Per l'Avvocatura è mancata la necessaria iscrizione dei funzionari e dei Giudici al REGINDE, "presupposto indispensabile per accedere al sistema", e numerose sono state anche le "problematiche relative al mancato funzionamento della firma remota dei giudici o all'impossibilità di questi a collegarsi al portale operativo sul quale lavorare". Da ultimo, è stato individuato un problema tecnico negli schemi ministeriali XSD, che generava un errore bloccante del deposito dei ricorsi per decreto ingiuntivo, problema finalmente risolto dal Ministero con un nuovo rilascio ma solo nei giorni scorsi, con i necessari tempi di adattamento dei vari programmi di deposito da parte delle Software House.

"L'avvio del processo telematico alla data del prossimo 30 giugno è dunque impossibile. Gli Uffici dei Giudici di Pace sono del tutto impreparati alla adozione del nuovo sistema che procurerà notevoli difficoltà agli Avvocati e dunque ai cittadini tutti perché, non riuscendosi ad effettuare un deposito telematico, si dovrebbe attendere l'autorizzazione del Capo dell'Ufficio prima di potere effettuare il deposito alternativo cartaceo; il tutto con evidente pericolo di mancato rispetto dei termini processuali posto che dopo il 30 giugno tutti i tipi di atti, anche quelli endoprocessuali di cause già pendenti, dovranno essere effettuati in via esclusivamente telematica".

L'Organismo Congressuale Forense chiede pertanto il rinvio dell'entrata in vigore dell'obbligo di deposito telematico degli atti civili davanti al Giudice di Pace, quanto meno fino al 30 settembre 2023, al fine di consentire una adeguata sperimentazione e un allargamento della stessa anche ad una platea più ampia di avvocati e ad un più ampio spettro di atti processuali.

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