Penale

Penalisti, tre giorni di sciopero: il Governo fa il contrario di quanto promesso

La delibera dell'Unione delle camere penale ha disposto l'astensione il 19, 20, 21 aprile 2023 invitando anche a manifestare contro l'inerzia di esecutivo e Parlamento

di Francesco Machina Grifeo

Penalisti in sciopero il 19, 20, 21 aprile 2023 e manifestazione nazionale (luogo e ora da decidere) "per il rilancio e la concreta attuazione delle riforme della Giustizia penale che il Governo ed il Parlamento si sono formalmente e ripetutamene impegnati a realizzare, a partite dagli indifferibili interventi correttivi della riforma del processo penale". È di ieri sera la delibera dell' Unione delle Camere penali che di fronte all'immobilismo, o addirittura all'arretramento del Governo, retoricamente di chiede: "La preannunciata stagione delle riforme liberali della giustizia è già abortita?" Bersaglio polemico il ministro Nordio descritto ancora come un convinto liberale ma che di fatto sarebbe ostaggio di una maggioranza che persegue tutt'altra direzione, quella del "peggiore giustizialismo populista".

"Le riforme processuali urgenti richieste dalla avvocatura – scrivono il Presidente Caiazza ed il Segretario Rosso - sono ignorate". Invece, "i diktat della magistratura vengono prontamente eseguiti: rallentamento della riforma costituzionale della separazione delle carriere, congelamento delle riforme dell'ordinamento giudiziario sgradite alle toghe". Ma soprattutto: "carcere, carcere, carcere, ogni qual volta la cronaca e la ricerca del consenso ispirano e sollecitano il peggiore populismo penale".

Così mentre si registra un nulla di fatto sul "tavolo" annunciato dal Ministro per correggere alcune storture della riforma Cartabia, si fermano le riforme sgradite alla magistratura: in primis la separazione delle carriere, abortita sul nascere nonostante fosse stata annunciata in campagna elettorale come il punto centrale della riforma della giustizia (da attuarsi "nei primi sei mesi").

"Si assiste dunque – proseguono - ad un eclatante quanto paradossale contrasto tra le idee ed i programmi di riforma liberale della giustizia penale che il Ministro Carlo Nordio ha formalmente e solennemente annunciato in Parlamento, e che egli continua a ribadire - con sincera e profonda convinzione - in ogni occasione pubblica e di interlocuzione con l'avvocatura, e la quotidiana realtà di una politica giudiziaria ispirata al più vieto populismo giustizialista".

Così se i penalisti "ribadiscono senza riserve il proprio apprezzamento e sostegno verso le idee riformiste del Ministro Carlo Nordio, ed alla figura di giurista ed intellettuale liberale quale egli certamente è", tuttavia "non possono più oltre ignorare come quelle idee e quei propositi riformisti appaiano osteggiati ed interdetti dalla stessa maggioranza che dovrebbe sostenerli".

Infine, la chiamata alle armi nei confronti di tutti i colleghi con l'invito al Consiglio Nazionale Forense, agli Ordini forensi territoriali e a tutte le associazioni forensi italiane "ad esprimere il proprio sostegno, nelle forme che si riterranno opportune, a questa iniziativa di protesta e di mobilitazione civile".

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