Giustizia

Penalisti: troppe disfunzioni, stop all'obbligo del deposito telematico

In una lettera al Ministero, l'Ucpi esprime "sconcerto" per l'emissione di Dm derogatori di norme del Cpp

di Francesco Machina Grifeo

Troppe le disfunzioni del Portale Telematico del penale che generano limitazioni all'esercizio dell'attività difensiva. Il Presidente dell'Unione delle camere penali Gian Domenico Caiazza scrive al Capo Dipartimento dell'Amministrazione Giudiziaria, Barbara Fabbrini, per chiedere un periodo congruo - di almeno un anno - nel quale l'utilizzo del Portale sia previsto come facoltà e non come obbligo, in attesa di veder risolte le molte problematiche di utilizzo.

Ed esprime "sconcerto" per l'emissione di decreti ministeriali "ai quali di fatto si attribuisce forza normativa di fonte superiore -poiché derogatoria- rispetto alle norme del codice di procedura penale". Il riferimento è al decreto 13 gennaio 2021 "Deposito di atti, documenti e istanze nella vigenza dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 (GU n.16 del 21-01-2021). "Più che potenziare il processo penale telematico per decreto – scrive Caiazza -, andrebbero eliminati per legge tutti gli ostacoli all'esercizio del diritto di difesa che il Portale sta creando".

"Ogni disfunzione, ogni criticità, ogni malfunzionamento – si legge nella missiva -, si traduce inevitabilmente in un pregiudizio per il compiuto e sereno esercizio del diritto di difesa". Ragion per cui "finché non saranno risolte tutte le numerose problematiche che stiamo riscontrando, risulta indispensabile sospendere l'obbligo di utilizzo in via esclusiva del portale per il deposito degli atti".

Segue l'elenco delle disfunzioni. Per esempio: il difensore, nei procedimenti in cui è già nominato prima della conclusione delle indagini o all'atto della notifica dello stesso, non risulta automaticamente autorizzato all'accesso dal Portale a quel determinato procedimento, né vi è alcuna sospensione dei termini processuali. Inoltre, effettuato il deposito della nomina sul portale, occorre attendere un riscontro che può tardare anche settimane per procedere con le attività difensive previste dell'articolo 415 bis Cpp Altre volte invece il portale va in blocco, con un "rallentamento esasperante" nel suo funzionamento. I penalisti definiscono poi "sorprendente" che ogni Procura segua un proprio "approccio" al Portale. Mentre la stesura di numerose "circolari" interpretative o organizzative hanno prodotto "una vera e propria Babele giudiziaria".

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