Civile

Processo civile in Cassazione, il richiamo di Curzio all'obbligo di deposito telematico

La legge di Bilancio ha previsto che le "disposizioni relative alla giustizia digitale" si applicano dal 10 gennaio 2023

di Francesco Machina Grifeo

La Riforma Cartabia del processo civile, contenuta nel Dlgs del 10 ottobre 2022, n. 149, ha esteso l'obbligo del deposito telematico degli atti introduttivi anche al giudizio di Cassazione. Con una nota a firma del Presidente Pietro Curzio, la Suprema corte torna sul tema ricordando, in particolare, che l'art. 35, comma 2, come modificato dalla legge di Bilancio (legge 29 dicembre 2022, n. 197) prevede che le norme contenute nel Titolo V ter delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile ("disposizioni relative alla giustizia digitale") si applichino anche alla Cassazione, dal 10 gennaio 2023.

La Corte di legittimità dunque richiama l'attenzione dei difensori e degli altri delegati sulle nuove modalità di deposito che non sono derogabili a meno di caduta del sistema informatico. "Fra le disposizioni applicabili sin dal 10 gennaio 2023 - si legge nel documento - riveste, in particolare, una importanza rilevante l'art. 196-quater delle disp. di attuazione ("Obbligatorietà del deposito telematico di atti e di provvedimenti"), secondo cui "nei procedimenti davanti al Tribunale, alla Corte di appello, alla Corte di cassazione e al Giudice di pace il deposito degli atti processuali e dei documenti, ivi compresa la nota di iscrizione a ruolo, da parte dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche".

Inoltre, prosegue la nota, "con le stesse modalità le parti depositano gli atti e i documenti provenienti dai soggetti da esse nominati. (...)". "Il deposito con modalità telematiche è effettuato nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici".

Una prescrizione che non ammette deroghe. Essa infatti "deve intendersi a pena di inammissibilità, tenuto conto che le eccezioni a tale principio sono rigorose e tassative, legate essenzialmente al mancato funzionamento dei sistemi informatici del dominio giustizia".

Curzio ricorda poi che sono stati modificati, nella parte in cui consentivano il deposito in cancelleria, anche gli artt. 369 Cpc per il ricorso, l'art. 370 per il controricorso, l'art. 378 per le memorie illustrative. L'obbligo, conclude, riguarda inoltre gli atti e documenti su cui il ricorso si fonda, i quali, ove in formato analogico, dovranno essere depositati telematicamente in copia informatica.

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