Professione e Mercato

Professionisti: con la flat tax a 100mila euro dentro il 93% dei legali

È una delle riforme fiscali allo studio del nuovo Governo ribadita ieri in Parlamento dalla neo Premier Meloni

di Francesco Machina Grifeo

Innalzamento dell'aliquota unica per professionisti e partite Iva, che salirebbe da 65 mila a 100 mila euro, con un possibile passaggio intermedio nel 2023 a 85mila euro, rinviando così al 2024 il raggiungimento del tetto. È uno degli obiettivi del nuovo Governo ribadito ieri in Parlamento dalla neo Premier Meloni. Allo studio anche una sorta di "cuscinetto" per attutire la ‘mazzata' fiscale per coloro che finendo sopra soglia tornerebbero di punto in bianco nel regime ordinario, soggetto dunque ad aliquote progressive. Sempre nell'ottica di favorire la crescita si muove anche un'altra misura allo studio: la previsione di una aliquota agevolata (il 15%?) per gli incrementi reddituali da un anno all'altro (fino a un triennio).

Misure che avrebbero il pregio, secondo quanto riporta oggi Il Sole24ORE, di avere un costo contenuto e soprattutto già stimato e bollinato dalla Ragioneria: 1,1 miliardi sarebbe la spesa aggiuntiva per innalzare a 100mila euro la tassa piatta.

Secondo gli ultimi dati di Cassa forense (2021), il reddito medio degli avvocati si ferma sotto i 40 mila euro, dunque ben lontano dalle soglie della tassa piatta. E sempre secondo le stime dell'Istituto di previdenza, fatte per l'erogazione dei bonus da 200 euro, al di sotto dei 35 mila euro la platea potenziale è di 150mila soggetti su 242mila avvocati iscritti.

Coloro che invece dichiarano redditi superiori al tetto dei 100mila euro, sono pari a 15.798 (16.880 lo scorso anno) professionisti, circa il 7,0% degli iscritti (7.65 lo scorso anno). Costoro però, producono quasi il 47% del totale della ricchezza: circa 4.007 milioni di euro su un totale di 8.535 totale del monte reddito ai fini Irpef.

Il "nuovo patto fiscale" della cd "Melanomics" punta su tre pilastri: minor pressione fiscale per famiglie e imprese, riformare Irpef con progressiva introduzione del quoziente familiare, e come visto estensione della "tassa piatta" - Meloni non la chiama mai flat tax - per le partite Iva fino a 100mila euro.

La premier ha però parlato anche di una "modifica dei criteri di valutazione dei risultati" dell'Agenzia delle Entrate, ancorandoli agli incassi effettivi, ed una riduzione del cuneo, con l'obiettivo di "intervenire gradualmente" fino ad un taglio di almeno 5 punti.

"Spero che sulla flat tax si possano fare i primi passi verso una riduzione delle aliquote, che per la flat tax già esiste ad esempio per i professionisti e le partite iva" ha commentato il ministro per i rapporti con i l Parlamento Luca Ciriani. "Sulle pensioni – ha aggiunto - non lo so, perché l'impatto sui conti pubblici è più alto e non è che dobbiamo fare tutto nella prima finanziaria".

Le proposte piacciano anche ai commercialisti. Il discorso programmatico pronunciato dal presidente del Consiglio "in materia fiscale coglie molte delle proposte avanzate dal Consiglio Nazionale e, anche per questo, è particolarmente apprezzabile". Lo afferma in una nota il presidente dei commercialisti Elbano de Nuccio, evidenziando che "su temi quali l'attenzione alla composizione dei nuclei familiari anche quale misura di contrasto al calo demografico, la revisione della flat tax, l'introduzione di misure straordinarie per consentire ai contribuenti di regolarizzare le proprie posizioni tributarie in un congruo periodo, la riduzione del cuneo fiscale e contributivo, l'introduzione di incentivi per l'assunzione e il potenziamento di misure per il sostegno dell'innovazione tecnologica, il Consiglio Nazionale non solo è pienamente concorde, ma mette a disposizione le competenze dei Commercialisti".

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©