Amministrativo

Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti: i nuovi obblighi e i riflessi sul Modello 231

Il termine per l’iscrizione al RIENTRI è stato prorogato al prossimo 14 aprile, le imprese che non adempiranno entro la scadenza prevista rischiano importanti sanzioni

yellow barrels with radioactive waste. 3d

di Stefania Colombo*

È stato prorogato al 14 aprile il termine per l’iscrizione al Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti (RENTRI), introdotto dal DM 59/2023 con l’obiettivo di ottimizzare la gestione ed il monitoraggio dei rifiuti attraverso una piattaforma digitale integrata per la trasmissione dei dati.

Il RENTRI si compone di una Sezione Anagrafica, in cui sono registrate le informazioni sugli operatori, inclusi i dati relativi alle autorizzazioni per le attività di gestione dei rifiuti, e di una Sezione Tracciabilità, dove sono raccolti tutti i dati relativi ai rifiuti, ricavati dai Registri di Carico e Scarico e dai Formulari di identificazione.

Sono tenuti ad iscriversi al RENTRI - mediante l’accreditamento sull’apposita piattaforma telematica – i soggetti indicati all’art. 188-bis del Testo Unico Ambiente, tra cui, a titolo esemplificativo, le imprese che effettuano il trattamento dei rifiuti e che raccolgono o trasportano rifiuti pericolosi a titolo professionale ed i produttori di rifiuti pericolosi.

Le imprese che non adempiranno agli obblighi di legge entro termini stabiliti rischiano importanti sanzioni: è quindi fondamentale che tutte le realtà coinvolte nella gestione dei rifiuti si attivino per completare l’iscrizione ed adeguarsi a tale nuovo sistema, che permetterà un monitoraggio più dettagliato dei rifiuti, riducendo il rischio di smaltimenti illegali e migliorando la trasparenza delle operazioni di gestione.

L’introduzione del RENTRI ha inevitabili riflessi anche sul Modello Organizzativo 231: la sua adozione all’interno del sistema aziendale offre vantaggi significativi in termini di organizzazione interna, di miglioramento dei controlli, di tracciabilità documentale, tutti elementi determinanti per una efficace gestione del rischio.

I soggetti che hanno già adottato il Modello Organizzativo 231 e che hanno identificato il rischio di commissione di illeciti ambientali saranno ora chiamati a riesaminare l’adeguatezza e l’efficacia dei presidi in essere, apportando, se necessario, modifiche o integrazioni alla luce della nuova normativa.

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*Avv. Stefania Colombo, A&A - Albè & Associati Studio Legale

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