Giustizia

Riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario, ok della commissione Giustizia e il 19 in aula alla Camera

immagine non disponibile

La Commissione Giustizia della Camera ha approvato il mandato al relatore sulla riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario. In favore la maggioranza, tranne Iv che si è astenuta; contro Fdi e Giusi Bartolozzi (Misto). Il testo sarà esaminato dall'aula di Montecitorio il 19 aprile.
Tra le novità introdotte dalla riforma ci sono: lo stop alle porte girevoli tra politica e magistratura; la separazioni delle funzioni; un sistema elettorale misto per l'elezione dei consiglieri togati del Csm con il sorteggio dei collegi; nuove regole per evitare le 'nomine a pacchetto' per i capi degli uffici. Ecco una breve sintesi dei contenuti della riforma dell'ordinamento giudiziario e del Csm, in base a quanto reso noto dal ministero della Giustizia.

CSM - La composizione torna a 20 membri togati e 10 laici, oltre ai tre membri di diritto (presidente della Repubblica, il presidente e il procuratore generale della Cassazione). Il sistema elettorale sarà misto, binomiale con quota proporzionale. Rispetto alla proposta approvata in Consiglio dei ministri, nel passaggio in Commissione è stato inserito il sorteggio dei distretti di Corte d'Appello per formare i collegi. Non sono previste liste: il sistema si basa su candidature individuali, ciascun candidato presenta la sua candidatura senza necessità di presentatori. Dovranno esserci un minimo di 6 candidati in ogni collegio binominale, di cui almeno la metà del genere meno rappresentato; se non arrivano candidature spontanee o non si garantisce la parità di genere ci sarà un sorteggio per arrivare al minimo dei candidati previsti.

NOMINE - Cambiano le regole per l'assegnazione degli incarichi direttivi e semidirettivi: in primo luogo il Csm dovrà procedere alle nomine in base all'ordine cronologico delle scoperture. Vengono introdotte norme di trasparenza, sul sito saranno pubblicati gli atti e i curriculum. Inoltre si prevede l'obbligo di audizione obbligatoria di non meno di 3 candidati per quel posto

PORTE GIREVOLI - Viene introdotto il divieto di esercitare in contemporanea funzioni giurisdizionali e ricoprire incarichi elettivi e governativi, sia per cariche elettive nazionali e locali, sia per gli incarichi di governo nazionali/regionali e locali. A fine mandato, i magistrati che hanno ricoperto cariche elettive non possono più tornare a svolgere alcuna funzione giurisdizionale: i magistrati ordinari vengono collocati fuori ruolo presso un ministero o presso Consiglio di Stato, Corte dei Conti e Massimario della Corte di cassazione, con funzioni non giurisdizionali. Chi si è candidato ma non è stato eletto per tre anni non potrà tornare a lavorare nella regione. Con i decreti attuativi sarà anche ridotto il numero massimo di magistrati fuori ruolo (oggi 200).

PASSAGGI DI FUNZIONE - Sarà possibile un solo passaggio di funzione tra requirenti e giudicante nel penale entro i 10 anni dall'assegnazione della prima sede.

FASCICOLO PERSONALE - Attualmente, ad ogni valutazione di professionalità (ogni 4 anni), il magistrato deve inviare al Consiglio giudiziario - e poi al Csm - provvedimenti a campione sull'attività svolta e statistiche relative alle attività proprie e comparate a quelle dell'ufficio di appartenenza. Con la riforma, si prevede l'implementazione annuale (non più ogni 4 anni). Il fascicolo contiene dati, non valutazioni di merito: la ratio è una "fotografia complessiva del lavoro svolto, non un giudizio sui singoli provvedimenti".

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©