Giustizia

Riforma del Csm, magistrati in sciopero - Sisto: "È ingiusto"

Tra i punti più dibattuti della riforma: il fascicolo delle performance e la separazione delle funzioni. In tutto, i magistrati sono poco meno di 10mila, e il 96% è iscritto all'Anm

di Francesco Machina Grifeo

Durante la "navetta" verso il Senato - la calendarizzazione in Commissione giustizia è prevista per il prossimo 4 maggio -, scoppia la notizia dello sciopero dei magistrati contro la riforma dell'Ordinamento giudiziario e del Csm già votata dalla Camera, la data però è ancora incerta: sarà decisa dalla Giunta esecutiva centrale. È comunque probabile che l'astensione dalle udienze, che potrebbe anche essere seguita da altre 'repliche', si tenga prima che il Senato approvi la riforma, attorno 20 al maggio.

"Sarà un modo per comunicare le ragioni del dissenso, non un modo per protestare contro una legge in fieri". Cerca di smorzare le polemiche il presidente dell'Anm, Giuseppe Santalucia, subito dopo l'assemblea generale in cui è stata approvata, con 1.081 voti favorevoli, 169 contrari e 13 astenuti, una mozione unitaria che prevede un giorno di astensione. "Noi non possiamo pensare che la discussione si sia chiusa - prosegue Santalucia - vogliamo la riforma, si tratta solo di correggere alcune strutture. Lavoreremo per questo e chiediamo al Senato di riflettere su alcuni aspetti. Speriamo ci sia ancora tempo e per questo ci stiamo impegnando".

Ma la frittata è fatta. "Trovo ingiusto lo sciopero", attacca il Sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto. "L'Anm – prosegue - è stata, sul punto, ascoltata al Ministero ben sette volte, poi il Parlamento decide". "E - aggiunge - visto il larghissimo consenso che il testo ha ottenuto alla Camera, mi sembra che la scelta di incrociare le braccia non sia in linea con la Costituzione, che all'articolo 101 prevede che i giudici siamo soggetti soltanto alla legge, ma almeno quella sono, come tutti, tenuti a rispettarla".

Tra i punti più dibattuti nella riforma, il fascicolo delle performance e la separazione delle funzioni: "Il fascicolo è lo strumento operativo di un criterio già presente. E molte mediazioni sono state fatte al ribasso - commenta Sisto - la legge elettorale del Csm, in tante proposte, prevedeva il sorteggio temperato. Sulla separazione delle funzioni c'era chi proponeva 'passaggi zero'. Le porte girevoli prevedevano stop più incisivi e a più categorie". C'è stata "una mediazione secondo me necessaria, prolungata, convinta: tutti hanno fatto un passo indietro, per farne, insieme, due avanti". Nel voto al Senato il sottosegretario confida "in un'ulteriore prova di maturità dei gruppi di maggioranza".

In tutto, i magistrati sono poco meno di 10mila, e il 96% è iscritto all'Anm. "E' una riforma permeata da logiche aziendalistiche - ha commentato il segretario dell'Anm Casciaro - che mira all'efficienza e pensa ai tribunali come a catene di montaggio, che forniscono, possibilmente in tempi rapidi, un prodotto, poco importa se sia o meno di qualità. Una riforma che altera profondamente il modello costituzionale di giudice" e che "è animata dal risentimento" della politica, nonostante siano passati trenta anni da Mani Pulite.

Il leader dei penalisti Gian Domenico Caiazza sottolinea: "Non vi è nessun altro Paese al mondo dove per ogni governo che si forma vengono messi fuori ruolo 200 magistrati, e tacete su tutto questo". Nessuna 'mano tesa' neppure da Enrico Costa di Azione che ha subito bocciato lo sciopero, "è sbagliato" e ha sferzato i magistrati "a riflettere sulla drammatizzazione degli effetti rispetto alle riforme in campo". Secondo Giulia Bongiorno della Lega: "La riforma non va chiusa così: la mia idea è che si tratta di una riforma blanda, serve invece che sia molto più incisiva, va migliorata al Senato e si possono prendere in considerazione anche alcuni spunti tecnici". Giulia Sarti invece mette in guardia dal rischio di modifiche della riforma al Senato. "Il pericolo - ha detto la parlamentare Cinquestelle - è che se si riaprirà il dibattito in Senato, nei numeri non ci sarà una maggioranza come quella che finora è riuscita ad evitare la responsabilità diretta dei magistrati e l'azzeramento del passaggio di funzioni".

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