Civile

Rischio ingorgo nelle Commissioni tributarie

Con l’imminente notifica dei pignoramenti in esecuzione ci si aspetta una valanga di ricorsi

di Ivan Cimmarusti

L’auspicio è «che non si verifichi la tempesta perfetta», ritiene Antonio Leone, ai vertici del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria . Con l’imminente notifica dei pignoramenti sospesi a marzo ma in esecuzione da oggi ci si aspetta – nei casi previsti dalla legge – una valanga di nuovi ricorsi cautelari, che inevitabilmente andranno a ingolfare ulteriormente la giustizia tributaria, con le commissioni italiane che, in questa fase emergenziale, riescono a trattare esclusivamente il 50% delle cause normalmente istruite.

Il rischio di creare ulteriori ritardi rispetto a quelli già registrati nel report trimestrale del Mef è concreto. Il cuore del lockdown ha contraddistinto lo stallo del contenzioso, tanto da registrare un 61% in meno di sentenze emesse.

Il resto della gestione emergenziale non sta andato meglio, considerato che la videoudienza da remoto – strumento invece pienamente operativo da marzo scorso per le giurisdizioni civile, penale e amministrativo – non è ancora stato attuato e che il processo «documentale», che il Mef aveva disciplinato con un emendamento ad hoc al Dl agosto poi tolto, non ha trovato attuazione. In sostanza si naviga a vista, con la fissazione di udienze scaglionate. E così, se nella fase ordinaria ogni commissione riusciva a svolgere tra le 10 e le 15 udienze oggi ne tratta esattamente la metà, per evitare pericolosi assembramenti che potrebbero facilitare l’eventuale propagazione del Covid-19.

Un 50% in meno di udienze trattate che potrebbe pesantemente incidere su tutta la macchina, con danno inevitabile sia per i contribuenti sia per l’Amministrazione finanziaria. Il timore del Cpgt, però, è che con la notifica dei pignoramenti ci possano essere una serie di nuovi ricorsi cautelari che potrebbero mandare in tilt il contenzioso.

La «tempesta perfetta»

Il presidente del Consiglio di presidenza Leone nel parlare di «tempesta perfetta» per la coincidenza della riscossione unitamente ai ritardi dovuti alla fase emergenziale, spiega che «a fronte della dimenticanza del Legislatore di estendere alla giustizia tributaria le norme già previste nella giustizia civile per la trattazione documentale dei processi in questa delicata fase, la ripresa delle attività di riscossione rischia seriamente di creare un ingorgo di ricorsi senza precedenti». Aggiunge che «le commissioni tributarie, in assenza di provvedimenti specifici, saranno sommerse dai fascicoli. Mi auguro – continua – che il Governo e, soprattutto, il ministro dell’Economia mettano finalmente attenzione a quelli che sono e potranno essere i problemi del rapporto dei cittadini con il fisco attraverso una equilibrata giustizia tributaria. In buona sostanza, mi auguro che ai problemi che stiamo già vivendo non se ne aggiungano altri».

C’è da dire che la svolta potrebbe giungere dalla videoudienza, visto che a stretto giro il Garante della Privacy si riunirà per emettere un parere sulla bozza di decreto del Mef con cui è disciplinata l’udienza da remoto. In caso di esito positivo, ci potrebbe essere un via libera a questa forma di processo tramite web, che in teoria potrebbe porre un argine al crescente aumento di arretrati in questa fase emergenziale. Tuttavia si dovrà comunque far fronte con le carenze dell’infrastruttura informatica che ancora alcune Ctr e Ctp italiane lamentano.

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