Servizio idrico, il rimborso dei canoni si prescrive in dieci anni
Il diritto al rimborso dei canoni per il servizio idrico integrato indebitamente pagati non ha carattere periodico e non è soggetto al termine di prescrizione quinquennale stabilito dall'articolo 2948, n. 4, del codice civile ma a quello ordinario decennale che decorre dalle date dei singoli pagamenti. È il principio stabilito della Corte di cassazione, con l'ordinanza n. 1998, depositata ieri.
Il caso - La vicenda vede protagonisti un Comune e un cittadino alla prese con il rimborso delle somme versate a titolo di tariffa per il servizio idrico integrato che l'ente locale si era rifiutato di restituirgli adducendo il fatto che il diritto si fosse prescritto nel termine di cinque anni previsto dall'articolo 2948, n. 4, del codice civile per «tutto ciò che deve pagarsi periodicamente ad anno o in termini più brevi».
Il diritto al rimborso - La Cassazione comincia col riconoscere il diritto dell'utente al rimborso nell'ipotesi di mancato funzionamento del servizio per fatti a lui non imputabili. Secondo giurisprudenza consolidata, la tariffa del servizio idrico integrato è corrispettivo di una prestazione complessa e «trova fonte, per una quota determinata dalla legge, nel contratto di utenza». Ne deriva che, a seguito della pronuncia n. 335 del 2008 della Corte costituzionale, la quota per il servizio di depurazione non è dovuta nell'ipotesi di mancato funzionamento dello stesso per fatto non imputabile all'utente. Qualora l'utente l'abbia pagata indebitamente, egli ha diritto alla ripetizione dell'indebito.
I termini di prescrizione - Dunque, i giudici affrontano la questione centrale. La prescrizione quinquennale riguarda le obbligazioni periodiche e di durata, caratterizzate dal fatto che maturano con il decorso del tempo e diventano esigibili solo alle scadenze convenute, in quanto costituiscono il corrispettivo della controprestazione resa per i periodi ai quali i singoli pagamenti si riferiscono. Nella specie, l'obbligazione del Comune di restituire all'utente del servizio le somme indebitamente percepite non ha i caratteri dell'obbligazione periodica. È vero che i canoni dovuti al Comune dall'utente per il servizio di deputazione hanno carattere periodico, dovendosi pagare periodicamente anno per anno, e sono, pertanto, soggetti al termine di prescrizione quinquennale ma qui il caso è diverso. Infatti, oggetto della controversia non è il debito dell'utente verso il Comune ma quello del Comune verso l'utente per il rimborso di quanto indebitamente percepito nel corso degli anni. Questa obbligazione non ha carattere periodico perché il Comune è tenuto a restituire le somme indebitamente percepite in un'unica soluzione e non a rate. Pertanto, il diritto dell'utente alla ripetizione dell'indebito è soggetto alla prescrizione ordinaria decennale.
Corte di Cassazione – Sezione II – Ordinanza 29 gennaio 2020 n. 1998