Professione e Mercato

Space law e space economy: la nuova frontiera

Le sfide del settore sono in evoluzione, aumentano gli investimenti nei programmi spaziali con una crescita del 296% rispetto al periodo precedente negli investimenti privati degli ultimi cinque anni

di Lorica Marturano

Space economy, in italiano economia dello spazio, è il nome del comparto produttivo e finanziario orientato alla creazione e all'impiego di beni e di servizi e allo sfruttamento delle risorse nell'ambito dello spazio extraatmosferico.

La Space Economy è la catena del valore che, partendo dalla ricerca, sviluppo e realizzazione delle infrastrutture spaziali abilitanti, così detto "Upstream", arriva fino alla generazione di prodotti e servizi innovativi "abilitati", così detto "Downstream" (servizi di telecomunicazioni, di navigazione e posizionamento, di monitoraggio ambientale previsione meteo, ecc). Essa rappresenta una delle più promettenti traiettorie di sviluppo dell'economia mondiale dei prossimi decenni.

L'Italia vanta una lunga tradizione nelle attività spaziali: tra le prime nazioni al mondo a lanciare ed operare in orbita satelliti, è tra i membri fondatori dell'Agenzia Spaziale Europea, di cui è oggi terzo paese contributore.

Già il piano strategico del Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) Space Economy (varato nel 2016) sottolineava, infatti, come l'Italia fosse "una delle pochissime nazioni al mondo a disporre di una filiera di prodotto completa nel settore spaziale". E se un tempo si parlava di space industry, negli ultimi anni il paradigma è cambiato e si parla di space economy, in quanto è stato ampliato il perimetro: i servizi spaziali, le infrastrutture e le tecnologie di supporto non spaziali necessarie alla realizzazione dei servizi, si sono affiancate agli storici pilastri del sistema (lanciatori, satelliti, ground segment).

Excursus normativo
Per quanto concerne il diritto, inizialmente nessuno strumento giuridico regolava l'esplorazione dello spazio e perciò la dottrina internazionale ipotizzò di utilizzare le norme consuetudinarie.

L'Assemblea generale fornì delle linee guida per la regolamentazione dello Spazio extra-atmosferico, tramite la risoluzione 1962-XVIII del 13 dicembre 1963.

Questa risoluzione gettò le basi per il Trattato sui principi che governano le attività degli Stati in materia di esplorazione ed utilizzazione dello spazio extra-atmosferico compresa la Luna e gli altri corpi celesti, conosciuto anche come Trattato sullo Spazio extra-atmosferico, che fu stipulato fra gli Stati nel 1966 ed entrò in vigore nel 1967.

Le norme del Trattato sullo spazio extra-atmosferico furono rafforzate da quattro successivi strumenti internazionali:
- la Convenzione sui diritti degli astronauti e i diritti sugli oggetti in spazio esterno (1968);
- la Convenzione sulla responsabilità per danni causati da oggetti spaziali (1972);
- la Convenzione sulla registrazione di oggetti spaziali (1975);
- il Trattato sulla Luna e altri corpi celesti (1979).

La disciplina dello spazio , che attualmente conta 110 Stati parti, al primo paragrafo dell'articolo 1 del Trattato del 1967 sancisce che l'esplorazione e l'utilizzazione dello spazio esterno devono essere condotte per il bene e nell'interesse di tutti i paesi, indipendentemente dal livello del loro sviluppo economico o scientifico, dal momento che il cosmo, la Luna e gli altri corpi celesti "sono territorio di tutta l'umanità".
Questo Trattato sullo spazio extra-atmosferico, che costituisce una sorta di Magna Carta dello spazio stabilisce, inoltre, come lo spazio esterno debba essere liberamente esplorato e utilizzato da tutti gli Stati e come non deve mai essere oggetto di occupazione o appropriazione esclusiva attraverso rivendicazioni di sovranità. 

L'Italia vanta una lunga tradizione nelle attività spaziali: è stata il terzo paese al mondo, dopo Unione Sovietica e Stati Uniti, a lanciare in orbita un satellite (San Marco 1) ed è anche tra i membri fondatori dell'Agenzia Spaziale Europea.

Secondo i dati forniti dall'OCSE, il settore spaziale nazionale ha raggiunto nel 2013 un valore della produzione (VDP) di 1,6 mld di euro, a fronte di un finanziamento pubblico delle attività spaziali di circa 920 ml di euro.

Nonostante permangano – sia a livello nazionale che internazionale – grosse lacune normative in materia, la Space Law e la Space Economy, nonché le attività spaziali ad esse correlate, rappresentano un interesse nuovo, da non sottovalutare.

L'innovazione è la chiave per mantenere e rafforzare la competitività nazionale e viene perseguita attraverso iniziative di sviluppo di tecnologie abilitanti, anche radicalmente innovative, favorendo opportunità provenienti da altri settori, o cogliendo sfide ed opportunità offerte da future missioni in ambito nazionale ed internazionale.

Valorizzare le innovazioni ed i risultati della ricerca significa poi rendere accessibili le conoscenze e le tecnologie, sviluppate nell'ambito di progetti spaziali, ai settori commerciali, industriali, sociali o di ricerca diversi da quelli da cui hanno avuto origine. Sempre più negli ultimi anni si assiste ad una commistione degli ambiti tecnologici terrestri con quelli spaziali.

Le prospettive della New Space Economy
Il settore spaziale che, per lungo tempo ha goduto del prevalente sostegno istituzionale, sta assistendo ad un ambizioso intervento di investitori privati. Si tratta di una vera e propria rivoluzione culturale che ridefinisce il rapporto pubblico/privato.

Le ragioni di questo nuovo attivismo del settore privato possono essere identificate con un aumento delle tecnologie disponibili, che genererà ricchezza, legata alla new space economy, dagli attuali 350 miliardi di dollari su scala globale a circa 1.000/1.100 miliardi nel 2040.

I motivi di tale accelerazione possono essere identificati in: lancio di satelliti, telecomunicazioni spaziali, esplorazione dello spazio profondo, atterraggio sulla Luna, osservazione della Terra, sfruttamento degli asteroidi, eliminazione dei rifiuti spaziali, turismo spaziale, ricerca spaziale e produzione industriale per tutto ciò che potrà essere necessario a sostenere l'attività umana nello spazio.

Tali drivers, afferiscono a tre categorie fondamentali riassumibili nel cambiamento climatico, nella sicurezza e nelle telecomunicazioni. Ad esempio, i satelliti stanno fornendo una visione più chiara di come le industrie e le attività umane stiano intensificando il cambiamento climatico; mentre le comunicazioni, la navigazione e le questioni di sicurezza nazionale dominano i crescenti interessi dei governi per l'esplorazione spaziale.
Quello che sta realmente cambiando è la profittabilità delle attività spaziali.

Nel passato, a causa degli enormi costi, tutte le attività erano riservate al dominio pubblico. Oggi, invece, lanci meno costosi, razzi riutilizzabili e possibilità di utilizzare nuovi carburanti aprono la strada a sempre più aziende, come dimostra il campo dei lanci satellitari.

OneWeb, SpaceX, Planet, Spire e Amazon hanno lanciato il 10% del totale dei satelliti dal 2016, ma ci sono 200 aziende più piccole che collaborano con questi giganti industriali e che si preparano a lanciare 25.000 satelliti nei prossimi quattro anni.. In Europa Porsche ha annunciato che investirà 75 milioni di dollari nella start-up dei lanciatori spaziali Isar Aerospace con l'obiettivo di assicurarsi l'accesso a nuove tecnologie spaziali.

Anche la Commissione UE, all'interno dell'aggiornamento della EU Industrial Strategy del maggio 2021, ha avviato la creazione di un'alleanza industriale sui lanciatori spaziali, che dovrà unire gli Stati membri e le industrie del Vecchio continente, nella creazione di campioni europei in questo specifico settore, in grado di competere con i maggiori players internazionali.

Il Piano Strategico italiano
Anche l'Italia – come tanti altri Stati – ha definito un Piano strategico per la Space Economy in cui si prevede d'investire circa 4,7 miliardi di euro.
Il Piano è parzialmente confluito, nel Piano Imprese e Competitività del Fondo di Sviluppo e Coesione, proposto dal Ministero dello Sviluppo Economico ed approvato con delibera CIPE n.52/2016 del 1° dicembre 2016, che ha assegnato una prima dotazione di risorse: «pari a 360 milioni di euro, a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione».

I suoi principali elementi sono:
• indicazione di obiettivi di posizionamento nazionale di lungo periodo (2030), nei mercati della Space Economy globale ;
• definizione delle linee d'azione da perseguire e quantificazione delle risorse necessarie, con particolare attenzione alla massima valorizzazione della partecipazione nazionale alle iniziative di sviluppo in ambito Europeo;
• messa a punto dei meccanismi di attuazione delle iniziative.

Il Piano si articola in 5 linee programmatiche, in linea con le iniziative condotte a livello europeo e con l'obiettivo di valorizzarne al massimo l'impatto a livello nazionale:
1. Telecomunicazioni satellitari (Mirror GovSatCom)
2. Supporto alla partecipazione nazionale a GALILEO (Mirror Galileo)
3. Infrastruttura Galileo PRS
4. Supporto a Copernicus (Mirror Copernicus)
5. Esplorazione spaziale e sviluppi tecnologici connessi.

Pertanto, possiamo individuare sei macro obiettivi del Piano :
exploitation delle capacità dei sistemi satellitari già esistenti, che potrebbero essere sensibilmente migliorati sfruttando al meglio gli asset satellitari già sviluppati;
• sviluppo di servizi di nuova generazione che richiedono missioni basate su sistemi satellitari innovativi;
• sviluppo o adattamento dei sistemi non spaziali di supporto alla realizzazione e operazione dei nuovi servizi Downstream, caratterizzati dalla "universalità", continuità ed efficacia che li rendono realmente fruibili da parte dell'utente finale;
• sviluppo delle infrastrutture d'integrazione dei sistemi spaziali con i sistemi non spaziali; giocano un ruolo decisivo le infrastrutture BIG DATA che consentono non solo di collezionare dati e informazioni da diverse sorgenti (satelliti, aerei, social media, etc.), ma anche di dare un facile e tempestivo accesso a vari soggetti (Ricerca, Imprese, Istituzioni, cittadini) che lo possano utilizzare come volano di sviluppo, valorizzazione e integrazione di nuove attività e di nuovi servizi.
user uptake, cioè le operazioni dei servizi da parte degli utenti, coinvolti attivamente nello sviluppare grandi iniziative d'interesse nazionale, promuovere Precommercial Procurement nell'ambito delle PPAA, finanziare la diffusione delle best practices;
sviluppi tecnologici & new ideas, che rimane una linea di attività importante, specialmente per quelle tecnologie cross cutting, come ad esempio i sistemi di lancio, o le piattaforme

I Progetti
Diversi sono i progetti, in cui anche l'Italia è protagonista. Primo fra tutti il programma Artemis, creato nel 2017 dalla NASA, e al quale partecipano anche l'Agenzia spaziale europea (ESA) e quella italiana (ASI). Il programma, che porterà il prossimo uomo e la prima donna sulla Luna entro il 2024, prevede la costruzione di una base stabile e una permanenza di lungo periodo dell'uomo sul satellite della Terra, aprendo la strada a una nuova economia spaziale.

Anche il recentissimo Piano nazionale di ripresa e resilienza ribadisce la natura strategica del comparto aereospaziale, che può dare risposta ai grandi temi di transizione dei sistemi economici, come, ad esempio, le implicazioni del cambiamento ambientale. Gli ambiti di intervento sono molteplici (osservazione della Terra, space factory, accesso allo Spazio, In-Orbit economy, ecc.) per farne target di investimento e volano di crescita. E anche di riduzione dei divari territoriali, laddove si cita la rivitalizzazione dei distretti aerospaziali delle regioni del Mezzogiorno. E tra le regioni a maggior vocazione aerospaziale figura la Puglia, dove diversi player di successo operano in numerose specializzazioni produttive del comparto (progettazione software, propulsione, progettazione e costruzione velivoli, ecc.).

A fine 2019, il settore aerospaziale pugliese contava 738 milioni di fatturato export, 550 imprese, oltre 7.900 addetti, e quasi mezzo miliardo di investimenti generati dagli strumenti di agevolazione regionali. Il presidente del Distretto tecnologico aerospaziale, Giuseppe Acierno, osserva, in proposito, che:"Il 2020 è stato un anno caratterizzato dalla crisi del trasporto aereo, mentre le attività spaziali hanno avuto, invece, un anno positivo in termini di bilancio, ma anche di attività e risultati conseguiti, continuando a rafforzare la componente di collaborazioni internazionali, sostenendo iniziative dal punto di vista economico e finanziario".

Tra gli obiettivi recenti si segnala il Mediterranean Aerospace Matching (MAM), che si è svolto all'aeroporto di Grottaglie, dal 22 al 24 settembre 2021. Una tre giorni di tavole rotonde, incontri e dimostrazioni di volo, che ha consentito a piccole e medie imprese e startup innovative di incontrare investitori internazionali e rappresentanti delle maggiori industrie aerospaziali. Un evento ideato e progettato dal Dta, promosso da Regione Puglia, Mise, Ice-Agenzia, in collaborazione con Enac (Ente nazionale per l'Aviazione civile) e Asi (Agenzia spaziale italiana) e con il supporto di Puglia Sviluppo e di Arti Puglia, l'Agenzia Regionale per la Tecnologia e l'Innovazione.

Al Mediterranean Aerospace Matching, si è delineato il sogno del decollo dei voli suborbitali commerciali, con la possibilità che Grottaglie possa essere utilizzato dall'Esa (European Space Agency) per il rientro a fine missione, nel 2023, del veicolo spaziale Space Rider, che realizzerà esperimenti scientifici e tecnologici in condizioni di microgravità, il cui lancio è atteso dalla base nella Guyana francese.

Tre i temi portanti: l'advanced mobility, con un focus particolare sull'urban air mobility; il tema del trasporto spaziale con una sezione del Global Space Economic Workshop; ed infine l'incontro tra fondi investimenti internazionali e le startup operative nel campo dei droni o dell'unmanned traffic management. Grottaglie è il primo spazioporto riconosciuto dal ministero e sottoposto a regolamentazione Enac, cioè quella infrastruttura strategica necessaria per effettuare operazioni di trasporto suborbitale e per l'accesso allo spazio, volta a garantire lo sviluppo sostenibile del settore dei voli suborbitali commerciali.

La bozza del regolamento per la costruzione e l'esercizio degli spazioporti, emanata il 30 aprile 2020, identifica lo spazioporto come un sito comprendente infrastrutture, edifici, installazioni, impianti ed apparati, nell'insieme atto a consentire il lancio, il rientro e le relative operazioni a terra e in volo di un veicolo suborbitale a decollo e atterraggio orizzontali (HOTOL).

Lo scorso giugno, in tema droni, sono stati presentati i risultati preliminari del progetto Ecaro (Egnos Civil Aviation Roadmap): la campagna di sperimentazione e dimostrazione svoltasi a Grottaglie doveva stabilire se un sistema aeromobile a pilotaggio remoto può essere integrato nello spazio aereo controllato ed essere quindi abilitato a operare procedure di approccio basate sui sistemi di navigazione Gnss europei (Egnos e Galileo) integrati con Gps.

L'azienda spaziale Sitael, realizzerà "la memoria di bordo" del laboratorio robotico automatizzato, con quartier generale a Mola di Bari, sede delle principali attività di progettazione, ingegneria e produzione e attore del consorzio industriale continentale – guidato da Thales Alenia Space e Avio – al lavoro sullo sviluppo delle tecnologie per il volo inaugurale nel 2023. Nonchè, è anche prime contractor del Programma Platino, che ha come obiettivo la realizzazione di due missioni per il lancio dei satelliti Platino 1 e Platino 2, nel biennio 2021-2022.

Infine, l'aerospazio pugliese sarà presente anche alla "space week" dell'Expo 2020 Dubai, dal 17 al 23 ottobre 2021, con una delegazione istituzionale ed imprenditoriale, intenta ad affermare il ruolo strategico della Puglia nella new space economy internazionale.

Conclusioni
Si apre una nuova frontiera per il futuro del Pianeta e per la sua economia. Un futuro pieno di opportunità, ma anche di insidie. Lo spazio sarà nei prossimi anni per la prima volta un nuovo dominio dell'attività umana. È perciò fondamentale che l'approccio cooperativo prevalga, per evitare una pericolosa militarizzazione dello spazio e dei corpi celesti, trasformando un'immensa opportunità di sviluppo in una nuova pericolosa dimensione dello scontro geopolitico tra Potenze, vecchie e nuove.

Anche le sfide del settore sono in evoluzione, perché nuovi paradigmi si affermano rispetto a decenni fa, crescendo la richiesta di prodotti e servizi abilitati dal fattore space, e nella fase attuale, le aziende devono anche confrontarsi con il mondo post Covid e con la contrazione economica generata dalla pandemia. Tuttavia il turismo spaziale continua a crescere in popolarità e ciò comporta anche l'aumento delle aziende occupate in questo settore emergente. Aumentano gli investimenti nei programmi spaziali, con una crescita del 296% rispetto al periodo precedente negli investimenti privati degli ultimi cinque anni. L'Aeroporto di Grottaglie è uno degli asset strategici più significativi della Puglia, dove gli aeromobili, i veicoli spaziali e i dispositivi collegati rappresentano la terza voce nelle esportazioni pugliesi nel mondo.

Lo sviluppo dell'industria spaziale avrà notevoli risvolti economici, con conseguente aumento dei posti di lavoro e ampliamento della produttività anche in altri campi. In tale ottica, la Puglia è proiettata verso un futuro basato sull'innovazione tecnologica, con una visione strategica a medio-lungo termine, che consentirà allo spazioporto di Grottaglie di diventare un punto di riferimento cruciale per la Space Economy, valorizzando tutto il territorio in una dimensione che possa coniugare tecnologia e fattore umano.

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