Su Ufficio del processo e taglio arretrati in campo le Università
Sei macroprogetti che coinvolgono 57 atenei beneficeranno di 51 milioni. Creazione di apposite task force per il miglioramento dell’efficienza e della produttività dei tribunali, percorsi di formazione ad hoc, sperimentazione di modelli di intelligenza artificiale da utilizzare come aiuto nelle procedure, mappatura completa delle cause pendenti
Sulla riforma dei processi civili e penali in campo anche le università. Sei macroprogetti che coinvolgono 57 atenei beneficeranno di 51 milioni. Creazione di apposite task force per il miglioramento dell’efficienza e della produttività dei tribunali, percorsi di formazione ad hoc, sperimentazione di modelli di intelligenza artificiale da utilizzare come aiuto nelle procedure, mappatura completa delle cause pendenti. Sono solo alcuni degli obiettivi fissati dai progetti delle università italiane pubbliche, in collaborazione con gli uffici giudiziari, nell’ambito del bando «per la diffusione dell’Ufficio per il Processo e l’implementazione di modelli operativi innovativi negli uffici giudiziari per lo smaltimento dell’arretrato».
A fare da capofila le università di Bari, Bologna, Napoli, Palermo, Torino e della Tuscia. Per ogni macro-area verrà istituito un gruppo guida costituito da un rappresentante di riferimento per Tribunale e Corti d’Appello e dai referenti del sistema universitario. Nell’ambito di questo gruppo, spiega il ministero della Giustizia, saranno discussi e concordati (in coerenza con la proposta progettuale) tempi, luoghi e modalità di svolgimento delle singole attività.
Un po’ più nel dettaglio, la lettura degli obiettivi dei progetti ne rende più comprensibili i contenuti. Per il progetto, di cui è capofila Napoli (ma tra gli atenei partner ci sono anche Molise, Napoli «Parthenope», Campania «Luigi Vanvitelli», Chieti-Pescara, Teramo), per esempio, si sottolinea come il Pnrr prevede un cospicuo potenziamento dell’Ufficio del processo, attraverso l’assunzione di 16.000 unità di personale.
Tuttavia, la carenza di un modello organizzativo, di strutture e strumenti informatici dedicati rischia di pregiudicare gli obiettivi perseguiti dal legislatore e di vanificare l’investimento effettuato. Il progetto si propone, così, di elaborare un nuovo modello organizzativo di gestione del contenzioso che metta al centro l’Ufficio del processo (catalogazione dei flussi in ingresso; organizzazione del ruolo; studio del fascicolo; massimazione delle decisioni), permettendo al giudice di concentrare le sue energie sulla funzione, a lui costituzionalmente riservata, di amministrare la giurisdizione.
È prevista la costituzione di un tavolo nazionale di coordinamento a cui prenderanno parte rappresentanti del Ministero, degli uffici giudiziari e di tutte le università beneficiarie. In questo contesto verranno condivise le modalità di svolgimento dei rispettivi progetti, lo stato di avanzamento, le criticità riscontrate, le soluzioni, gli strumenti, le metodologie attuate e le prassi operative concordate a livello territoriale nell’ambito dei singoli gruppi Guida; potranno anche essere discusse soluzioni omogenee o raccolti suggerimenti per una miglior declinazione dei singoli progetti territoriali.