Civile

Sui processi da remoto la contestazione di Anm e avvocati civilisti

Per i giudici obbligo di presenza nella maggior parte delle udienze - I legali: assente la semplificazione della trattazione scritta

di Giovanni Negri

Indagini da remoto certo, ma in video solo le udienze in camera di consiglio. Del tutto dimenticate tutte le altre. E non se ne capisce la ragione. Lo mettono nero su bianco i magistrati con una contrariata nota dell’Anm. Mentre, nel civile, l’Unione nazionale delle camere civili mette nel mirino una duplice assenza, quella della semplificazione della trattazione scritta e quella dell’obbligo per il giudice di scaglionare in maniera puntuale le udienze in presenza. In vigore da poche ore , il decreto legge n. 137, incassa una serie di polemiche da parte di avvocati e magistrati.

Indagini in video

Nel penale, infatti, da una parte è favorito lo svolgimento dell’attività d’inchiesta da parte dei pubblici ministeri, ammettendo in generale, ma sempre con l’assenso del difensore, che gli atti d’indagine, per esempio gli interrogatori, possano essere svolti da remoto o meglio dagli uffici di polizia giudiziaria attrezzati per assicurare i collegamenti video, con la partecipazione del legale dal proprio studio.

A non piacere all’Anm è pèrò la norma , dalla costruzione abbastanza barocca, per cui solo le udienze penali che non richiedono la partecipazione di soggetti diversi dal pubblico ministero, dalle parti private, dai rispettivi difensori e dagli ausiliari del giudice possono essere tenute mediante collegamenti da remoto. Da leggere insieme a quella che al remoto ammette solo le udienze in camera di consiglio.

Le udienze dimenticate

Netta di conseguenza la presa di posizione dell’Anm per la quale «il legislatore - dimostrando una visione disattenta e parziale - si è preoccupato delle misure per le indagini preliminari e le udienze in camera di consiglio, pretendendo invece che tutte le altre udienze penali, cioè le attività più a rischio di contagio, continuino a tenersi nei modi ordinari». Non si comprende perché, aggiunge la giunta dell’Associazione magistrati, «neppure attività meno complesse, come la lettura d’una sentenza di patteggiamento o una discussione di non particolare complessità, se non - magari in assenza di specifiche ragioni contrarie evidenziate dai difensori - l’ascolto d’un testimone, tanto più se proveniente da fuori regione, non possano mai tenersi in collegamento da remoto».

Rischio paralisi nel civile

E sul versante civile, a risaltare è in generale la disattenzione a quelle proposte che avrebbero permesso di migliorare senza sforzo l’efficienza del processo garantendone comunque la sicurezza. Ora «il rischio di un nuovo blocco della giustizia civile è altissimo», sottolinea il presidente delle Camere civili Antonio de Notaristefani Non è stato previsto, in particolare l’obbligo per i giudici di scaglionare gli orari delle udienze celebrate in presenza per evitare assembramenti nei Tribunali, e neppure la semplificazione del procedimento di trattazione scritta, assolutamente necessario per assicurare che i procedimenti possano continuare anche nel caso in cui i dipendenti degli Uffici giudiziari lavorino in smart working, con limitata possibilità di accesso alla rete dei tribunali.

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