Amministrativo

Tar e Consiglio di Stato online senza intoppi

Da magistrati e avvocati giudizi positivi sulle udienze telematiche svolte nella prima fase dell’emergenza

di Antonello Cherchi

Da oggi nei Tar, al Consiglio di Stato e al Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia ripartono i processi a distanza. Il decreto legge Ristori (Dl 137 di fine ottobre) ha ripristinato per la giustizia amministrativa le misure applicate, sempre in funzione anti-Covid, dal 30 maggio al 31 luglio scorsi: udienze da remoto, con la partecipazione anche degli avvocati, laddove lo chiedano le parti o lo disponga il presidente del collegio. Procedure che andranno avanti fino al 31 gennaio. Il rito ordinario in presenza, ritornato dal 1° agosto scorso a oggi, cede ancora una volta il posto al digitale.

Unità d’intenti
Passaggio sollecitato dallo stesso presidente del Consiglio di Stato, Filippo Patroni Griffi, e dalle associazioni sia dei magistrati amministrativi sia degli avvocati amministrativisti. Tutti d’accordo nel chiedere al legislatore che si ritornasse al processo da remoto per salvaguardare la salute degli operatori della giustizia.D’altra parte, i due mesi estivi in cui vi si è fatto ricorso ha dimostrato di funzionare bene. Forte del fatto che il deposito dei ricorsi e degli altri documenti è digitale già dal 2017, la giustizia amministrativa ha solo dovuto adeguare l’infrastruttura informatica alle esigenze dettate dalla situazione d’emergenza.

Bilancio positivo
Ovvero, permettere ai magistrati e agli avvocati di riunirsi e dibattere in videoconferenza.Per questo sono state aggiornate le regole tecniche e le udienze dei Tar e del Consiglio di Stato sono state spostate sulla piattaforma Teams. «Tutto ha funzionato senza intoppi - sottolinea Giulio Veltri, consigliere di Stato e responsabile della comunicazione istituzionale - ed è stato scongiurato il rischio di creare arretrato».Sulla stessa lunghezza d’onda gli avvocati. Daniela Anselmi, vicepresidente dell’Unione nazionale avvocati amministrativisti (Unaa), ricorda che «il sistema delle udienze da remoto è stato senz’altro soddisfacente». E così Filippo Lubrano, presidente della Società italiana avvocati amministrativisti (Siaa): «I due mesi di processo telematico sono stati positivi. Tutto si è svolto ordinatamente e anche i tempi di attesa di discussione delle cause si sono ridotti».

Taglio dei tempi morti
La fissazione di fasce orarie per la trattazione dei ricorsi è uno dei portati del processo digitale. Elemento che apre a scenari futuri, quando si ritornerà alla normalità. «Fermo restando che l’udienza n presenza è da preferire, mantenere l’esperienza di questi mesi anche in futuro - sottolinea Anselmi - potrebbe essere utile per far fronte a casi eccezionali, non necessariamente così gravi come l’attuale pandemia. Penso, per esempio, a un avvocato impossibilitato a recarsi in tribunale o al Consiglio di Stato per problemi di salute. Magari perché si è rotto una gamba». Anche Lubrano sposa questa ipotesi: «In futuro l’uso del processo telematico non è da escludere e si potrebbe legare a casi eccezionali».

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