Professione e Mercato

Tensione tra Ibrahimovic e la FIFPro, una disputa dalle ripercussioni imprevedibili

L'asso del Milan ha sbalordito tutti con un tweet che non lasciava alcun dubbio: chiedeva spiegazioni riguardo chi avesse mai ceduto i suoi diritti d'immagine al famoso gioco dell'azienda americana EA, FIFA 21, visto che il Milan non li detiene e nessuno, a quanto pare, ha veramente trattato con lui direttamente. La domanda seppur scontata può invece aprire un dibattito senza precedenti.

di Riccardo D'Angelo*


Giorni frenetici in ambito calcistico. Quando non sono i gol a parlare si trova sempre un modo per rimanere sulla bocca di tutti. Non che sia il caso di Zlatan Ibrahimovic, che nonostante qualche stop di troppo sta mostrando uno stato di forma assolutamente sbalorditivo.

L'agonismo del gigante svedese – così come del suo famosissimo agente, Mino Raiola - non si ferma certo sul campo di gioco; risale infatti solo a pochi giorni fa una polemica alquanto accesa e molto più trascendente di quanto non si voglia pensare, una disputa che preoccupa e non poco anche la FIFPro.

Come dicevamo, l'asso del Milan ha sbalordito tutti con un tweet che non lasciava alcun dubbio: chiedeva spiegazioni riguardo chi avesse mai ceduto i suoi diritti d'immagine al famoso gioco dell'azienda americana EA, FIFA 21, visto che il Milan non li detiene e nessuno, a quanto pare, ha veramente trattato con lui direttamente. La domanda seppur scontata può invece aprire un dibattito senza precedenti.

La FIFPro, per coloro meno vicini al mondo del calcio, è un'organizzazione internazionale formata da una sessantina di sindacati nazionali, la cui missione e obiettivo principali sono quelli di difendere e rappresentare i diritti dei calciatori professionisti. Seppur il nome particolarmente simile a quello della FIFA, si tratta però di entità completamente diverse.

Così come in ambito comunitario, sono molteplici le istituzioni che in ambito sportivo internazionale si interfacciano e collaborano tra loro, senza però dover essere per forza la stessa identica cosa o rappresentare gli stessi interessi. In questo caso, per esempio, la FIFPro è stata veramente riconosciuta dalla FIFA solo dopo la Sentenza del caso Bosman, ossia verso la fine degli anni '90.

Fulcro centrale della disputa sono i diritti d'immagine dei giocatori; è infatti proprio quest' organizzazione che, nel corso degli anni, è riuscita a intromettersi nei negoziati che la EA, azienda leader in materia di gaming, aveva con i club per acquisire i diritti d'immagine collettivi, con lo scopo di ottenere un compenso anche per i calciatori, visto che non facevano parte di queste trattative.

Non a caso, immediata la risposta dell'azienda videoludica, secondo la quale il loro lavoro per l'ottenimento dei diritti d'immagine (parte centrale del loro videogioco di punta, che tenta di rispecchiare nel modo più realistico possibile il mondo del calcio giocato) sia il frutto negli anni di svariati accordi con le leghe, che includono spesso i diritti anche dei club e dei calciatori, seppur in alcuni casi anche accordi direttamente con i club.

Certamente per una comprensione totale della situazione da un punto di vista legale sarebbe necessario poter spiare con dettaglio le clausole di questi fatidici contratti tra la FIFPro e le leghe (o i club); risulta però alquanto strano che Ibrahimovic si sia accorto di questa situazione solo oggi, o che un fenomeno tanto grande come FIFA 21 abbia potuto sfruttare gratuitamente per anni i diritti d'immagine di numerosissimi calciatori senza che nessuno si accorgesse di niente.

Uno dei motivi per cui Ibrahimovic e Raiola potrebbero essersi interessati a questo strano vuoto legale solo ultimamente potrebbe essere l'accordo milionario raggiunto tra FIFA (il gioco, non la federazione) e l'ex giocatore David Beckham, per poterlo inserire tra i giocatori "leggenda" nella sezione online del gioco. In questo accordo il britannico ha potuto trattare a titolo personale in quanto non facente più parte del calcio giocato, da qui lo sdegno dell'asso svedese e del suo agente, sentendosi forse esclusi da ulteriori guadagni nell'industria calcistica.

Possiamo confermare si tratti di un argomento particolarmente delicato in quanto i diritti d'immagine sono una tutela legale di importanza primordiale, e se veramente si fosse passato sopra il consenso personale dei diretti interessati per la produzione del gioco, potremmo trovarci di fronte a una causa senza precedenti e dai risvolti importanti, soprattutto per l'azienda titolare e produttrice del videogioco in questione.

La disputa viene portata avanti in modo parallelo ad un nuovo movimento in rappresentanza dei calciatori e degli agenti sportivi capitanato dallo stesso Mino Raiola, ovvero The Football Forum, progetto nel quale partecipano attivamente anche altri tra i maggiori e più influenti agenti e intermediari del mondo, come Jonathan Barnett (rappresentante di Gareth Bale, tra i moltissimi), o Jorge Mendes (per il quale dire soltanto che sia l'agente di Cristiano Ronaldo sarebbe riduttivo in partenza).

Non a caso nel corso della quarta giornata del Word Football Summit, evento cardine per i principali stakeholders dell'industria calcistica mondiale, Raiola e Barnett, in una conferenza dal titolo "Setting the record straight: understanding football agents like never before", hanno gettato le basi per un movimento di rottura nei confronti dell' establishment attuale del calcio, imposto attualmente dalla FIFA, rea di dare poco spazio ai calciatori ed ai loro agenti, impossibilitati dal partecipare in modo attivo alle decisioni di uno spettacolo che dipende principalmente da loro. Movimento che non manca certo di difetti di base alquanto grossolani (se gli agenti sono gli unici veri difensori degli interessi dei calciatori in quanto loro clienti, perché vengono spesso pagati dai club e non dai loro cosiddetti clienti?) ma che racchiude gli elementi e le personalità giuste per lasciare un segno indelebile.

Nell'attesa di ulteriori risvolti, in una calma fin troppo surreale, potremmo (forse) trovarci di fronte al cavallo di Troia del calcio giocato sotto il mandato della FIFA. Ai posteri l'ardua sentenza.


Riccardo D'Angelo, Football Legal Trainee, www.himnus.com

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