Professione e Mercato

Trasparenza, rotazione e numero di incarichi guidano l’assegnazione

I criteri indicati dal Codice per essere selezionati dai giudici una volta operativo l’Albo gestori della crisi di impresa

di Giovanni Angelini e Gianluca Dan

L’articolo 358 del Codice della crisi, in vigore dal 15 luglio 2022, ha ampliato, rispetto al passato, i requisiti per la nomina dei professionisti incaricati delle procedure.

In particolare il curatore deve venir nominato dall’autorità giudiziaria tenuto conto:
Odelle risultanze dei rapporti riepilogativi;
Odegli incarichi in corso, in relazione alla necessità di assicurare l’espletamento diretto, personale, efficiente e tempestivo delle funzioni;
Odelle esigenze di trasparenza e di rotazione nell’assegnazione degli incarichi, anche tenuto conto del numero delle procedure aperte nell’anno precedente, valutata la esperienza richiesta dalla natura e dall’oggetto dello specifico incarico;
Oin riferimento ai consulenti del lavoro, dell’esistenza di rapporti di lavoro subordinato in atto al momento dell’apertura della liquidazione giudiziale;
O in caso di procedura che presenta elementi transfrontalieri, delle correlate esperienze e competenze acquisite e, in particolare, della capacità di rispettare gli obblighi previsti dal regolamento (Ue) 2015/848, di comunicare e cooperare con i professionisti che gestiscono le procedure di insolvenza e con le autorità giudiziarie o amministrative di un altro Stato membro, nonchè delle risorse umane e amministrative necessarie per far fronte a casi potenzialmente complessi.

In diversi casi le nuove norme riprendono principi giurisprudenziali e di prassi emanati in questi anni. Già nelle linee guida del Consiglio superiore della magistratura del 20 luglio 2022 si leggeva ad esempio che il curatore deve garantire, tra l’altro, «l’espletamento diretto, personale e tempestivo delle funzioni» senza dover ricorrere in maniera sistematica a coadiutori. Ed anche la turnazione era stata già richiamata dal Csm nelle linee guida, secondo le quali la rotazione degli incarichi doveva avvenire in modo che quelli più remunerativi non risultassero concentrati solo in capo a pochi professionisti. Quale espressione del principio di trasparenza, Il Csm, raccomandava infine a gli uffici con più giudici delegati di ruotare i professionisti tra i diversi magistrati della sezione per evitare rapporti di fidelizzazione.

Per quanto riguarda la valutazione del professionista, il tribunale di Milano, sezione procedure di crisi e insolvenza, con la circolare del 14 giugno 2022, ha revisionato i criteri di assegnazione nelle procedure concorsuali degli incarichi di curatore dando rilievo alla sua idoneità a svolgere incarichi di qualunque valore, alla onorabilità, all’etica professionale, alla correttezza deontologica sotto tutti i profili, ai rapporti con i colleghi, i cancellieri, i creditori, i terzi e naturalmente con i giudici. La circolare dava, inoltre, rilievo alla diligenza ed alla puntualità nell’assolvimento dei doveri funzionali stabiliti dalla legge o dal giudice delegato, con particolare attenzione all’immediatezza nella sigillazione e inventariazione, alla prima relazione e ai rapporti riepilogativi, alla presenza nelle udienze di verifica, al pagamento tempestivo delle spese prenotate a debito per il campione civile, alla presentazione nei tempi di legge del programma di liquidazione e al tempestivo avvio delle attività di vendita. Possono anche influenzare la valutazione del curatore la tempestività e correttezza dei progetti di riparto, la tempestività nell’avviare azioni recuperatorie o risarcitorie tendenti alla ricostruzione del patrimonio della società liquidanda, la solerzia nel deposito dei rendiconti, valutando altresì possibilità di chiusure alternative.

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