Penale

Uber, violenza privata per i tassisti che bloccano la strada

Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con la sentenza n. 30558 depositata oggi

di Francesco Machina Grifeo

Scatta il reato di violenza privata a carico dei tassisti che, nell'ambito di una protesta contro le liberalizzazioni, bloccano la strada agli autisti di Uber. I conducenti della auto bianche devono anche risarcire i danni alla parte civile. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con la sentenza n. 30558 depositata oggi, che ha dichiarato inammissibile il ricorso di tre autisti di taxi condannati, nell'aprile del 2021, dalla Corte di appello di Milano.

Nel ricorso, gli imputati avevano sostenuto, tra l'altro, che, come provato dal filmato della videosorveglianza prodotto dal Pm, solo l'auto di un quarto collega era posta trasversalmente rispetto alla autovettura Uber mentre le loro auto erano parcheggiate alla distanza di cinquanta metri.

La V Sezione penale premette che in sede di legittimità sono inammissibili le censure volte a sollecitare una rivalutazione del risultato probatorio; così come sono estranei al sindacato della Cassazione i rilievi in merito al significato della prova e alla sua capacità dimostrativa.

Ciò detto, la Corte afferma che il concorso nel reato è dimostrato dalla deposizione della cliente costretta a lasciare la macchina, oltreché dalle dichiarazioni dell'agente (altri testi avevano dichiarato che diversi tassisti sconosciuti avevano cercato di impedire al conducente di chiudere la portiera della sua autovettura, asserendo che i clienti avrebbero dovuto prendere un taxi e non un veicolo Uber) .

Mentre il fatto che all'arrivo dell'auto della Polizia "otto - dieci minuti dopo la richiesta", i taxi dei ricorrenti potessero trovarsi a distanza "non smentisce la ricostruzione della situazione". Infatti, prosegue la decisione, "in considerazione della posizione dei due taxi posti indietro sulla strada, se anche il conducente di Uber fosse riuscito a fare retromarcia non sarebbe potuto andare da nessuna parte", con la conseguenza che "non è la distanza alla quale si trovano parcheggiati i taxi ad assumere rilievo dirimente".

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