Professione e Mercato

Via libera della Corte dei conti ai nuovi parametri forensi

Il testo, predisposto dal ministero della Giustizia sulla base della proposta formulata dal Consiglio nazionale forense, aspetta ora la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale

di Valentina Maglione

Via libera della Corte dei conti al nuovo decreto ministeriale sui parametri forensi. È stato infatti registrato ieri, martedì 4 ottobre, con visto pieno e senza osservazioni il testo che integra e aggiorna i criteri e le tabelle per liquidare i compensi agli avvocati, già contenuti nel decreto ministeriale 55 del 2014. Ora manca solo l’ultimo passaggio – quello della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale – perché il decreto ministeriale entri in vigore.

Il documento, elaborato dal ministero della Giustizia, guidato da Marta Cartabia, riprende in larga parte la proposta formulata dal Consiglio nazionale forense, impegnato tra l’altro i questi giorni - da giovedì 6 a sabato 8 ottobre nel congresso nazionale a Lecce. Sul testo si è pronunciato, con parere, il Consiglio di Stato e sono state sentite anche le commissioni parlamentari competenti, che hanno dato parere favorevole senza osservazioni.

I parametri, a differenza delle vecchie tariffe, non vincolano avvocato e cliente: la pattuizione del compenso è libera, ma i parametri vengono utilizzati se il compenso non è determinato in forma scritta, se non è stato deciso consensualmente e quando a liquidare la parcella è il giudice. Più in generale, i parametri rappresentano un punto di riferimento per stabilire le parcelle anche perché, in base alla legge 247 del 2012, la conformità a questi valori è uno dei criteri per valutare se il compenso pattuito dagli avvocati con i clienti “forti” (banche, assicurazioni e grandi imprese) sia equo.

Tra le novità contenute nel nuovo decreto c’è il debutto dei compensi a tempo, che potranno andare da un minimo di 200 euro a un massimo di 500 per ciascuna ora o frazione di ora superiore ai 30 minuti.

È previsto inoltre l’aumento generalizzato dei compensi del 5%, mentre crescono in modo più consistente i compensi per le procedure volte alla soluzione stragiudiziale delle controversie, se l’esito è positivo. I valori per la fase finale di mediazione e negoziazione assistita, quella della conciliazione, salgono infatti di oltre il 30% rispetto a quelli previsti dal decreto 55. E, se si raggiunge l’accordo, anche i compensi per le prime due fasi delle procedure sono aumentati del 30 per cento.

Più in generale, il nuovo testo elimina dal decreto ministeriale 55 del 2014 l’espressione «di regola», utilizzata in più punti per accompagnare l’indicazione della percentuale di aumento o diminuzione dei valori medi. L’obiettivo è quello di evitare disparità di trattamento e garantire un’uniforme applicazione dei parametri.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©