Penale

Violenza sessuale, no all’ascolto anticipato della vittima che non è vulnerabile

Non è abnorme il diniego del Gip alla richiesta del Pm di incidente probatorio quando la parte offesa maggiorenne non mostra rischi di vittimizzazione secondaria all’acquisizione dibattimentale della prova

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di Paola Rossi

È legittimo il no del Gip alla richiesta del pubblico ministero di incidente probatorio in ordine all’ascolto anticipato della vittima di violenza sessuale per la quale l’ordinanza di diniego escluda lo stato di vulnerabilità. Non scatta alcuna abnormità - come lamentava il ricorso della Procura - per il provvedimento che di fatto decide di non anticipare la raccolta della prova, lasciandola riservata alla naturale sede dibattimentale. Infatti, come spiega la Cassazione, una siffata decisione non determina alcuna stasi strutturale del processo. Ma soprattutto i giudici di legiittimità chiariscono che il Gip investito della richiesta di incidente probatorio detiene un piena discrezionalità sull’applicazione o meno della norma che consente di assumere la testimonianza anticipata della parte offesa al fine di evitare fenomeni di vittimizzazione secondaria. Ancor di più se, come nel caso deciso, il Gip ha negato l’incidente probatorio relativamente a una vittima maggiorene e di cui, con adeeguata motivazione, ha escluso la sussistenza di uno stato di vulnerabilità della stessa.

La Suprema Corte - con la sentenza 34234/2024 - ha chiarito la portata della norma del comma 1 bis dell’articolo 392 del Codice di procedura penale che prevede appunto il particolare caso di assunzione della prova in sede predibattimentale: non sussiste alcun obbligo del giudice di accogliere la richiesta di incidente probatorio della vittima di violenza sessuale minorenne o maggiorenne se ne viene esclusa la vulnerabilità. Infatti, essa non è presupposta né dal dato dell’aver subito violenza e nemmeno dal dato anagrafico dell’essere il soggetto un minorenne.

È, quindi, un accertamento demandato al Gip cui è richiesto l’incidente probatorio quello di verificare la vulnerabilità della parte offesa che non costituisce presunzione assoluta.

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