Civile

Autovelox, al via il censimento - Due mesi per comunicare i dati o stop alle multe

Le amministrazioni avranno 60 giorni di tempo per comunicare al Mit il tipo di apparecchi e il luogo dove sono installati

di Francesco Machina Grifeo

È online e operativa la piattaforma telematica, predisposta dal MIT in ottemperanza al Decreto 18/8/2025, n. 305, per la trasmissione dei dati relativi ai dispositivi per l’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità. Il decreto del 29 settembre segna, infatti, la partenza del censimento e del monitoraggio di tutti gli autovelox e simili, stabilendo che solo i dispositivi comunicati e registrati potranno essere utilizzati legittimamente.

Da oggi e per due mesi, dunque, le amministrazioni e gli enti dai quali dipendono gli organi di polizia stradale devono inserire sul portale i dati relativi ai dispositivi o sistemi per l’accertamento. L’inserimento dei dati relativi a ciascun dispositivo o sistema è la condizione necessaria per il legittimo utilizzo degli autovelox.

Per il sottosegretario al Mit, Tullio Ferrante (Forza Italia): “Parte una grande operazione trasparenza che il Paese attendeva da tempo, garantendo a tutti la libera consultazione dei dati. L’obbligo di inserimento dei dati rappresenta un importante meccanismo di tutela per cittadini. Una vera e propria svolta per mettere un freno alle multe selvagge e impedire che gli autovelox siano usati solo per fare cassa”

Il Codacons, in una nota, ricorda che “allo scadere di tale termine chi non fornisce i dati richiesti non potrà più utilizzare autovelox sul proprio territorio, con il conseguente spegnimento degli apparecchi a partire dal prossimo 30 novembre”. “Seppure con grande ritardo, sarà finalmente possibile conoscere – prosegue - il numero di apparecchi installati in Italia, la loro ubicazione, e tutte le specifiche tecniche, ma rimane ancora in piedi il problema sull’omologazione. Il caos autovelox - spiega - dura oramai da 18 mesi, da quando cioè la Cassazione ad aprile 2024 ha stabilito la nullità delle multe elevate dagli apparecchi approvati ma non omologati: oggi quasi il 60% degli autovelox fissi e oltre il 67% di quelli mobili, oltre a non essere omologato, è stato approvato prima del 2017, data che fa da spartiacque in tema di omologazione e possibile utilizzo degli apparecchi, con conseguente valanga di ricorsi da parte degli automobilisti multati”.

Le amministrazioni, dunque, dovranno inserire sul portale: marca, modello, tipo, l’eventuale versione, la matricola e gli estremi del decreto MIT di approvazione o di estensione del dispositivo o sistema. Ogni variazione o modifica rispetto ai dati inseriti deve essere immediatamente comunicata. I dati inseriti dalle amministrazioni saranno pubblicate sul portale istituzionale del MIT per poterne garantire la libera consultazione. L’inserimento dei dati relativi a ciascun dispositivo o sistema è la condizione necessaria per il legittimo utilizzo dei dispositivi o sistemi da parte di amministrazioni ed enti.

Nello specifico il Decreto direttoriale prot. 367 del 29 settembre 2025 del Mit (Direzione Generale per la Motorizzazione) prevede dunque che le amministrazioni e gli enti competenti (es. Polizia, enti locali) trasmettano tramite la piattaforma i dati relativi ai dispositivi di controllo della velocità (marca, modello, conformità, ecc.). La comunicazione è condizione necessaria per il legittimo utilizzo di tali dispositivi. L’elenco ufficiale dei dispositivi autorizzati sarà pubblicato sul portale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Le regole sulla necessità di comunicazione diventano effettive dopo 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto. Il decreto entra in vigore il giorno della pubblicazione sul portale ministeriale.

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