Penalisti, no a limitazioni al diritto di impugnazione
Camere penali: buona notizia approvazione in Senato emendamento che abroga il comma 1-ter dell’art. 581 c.p.p. e sia parzialmente il comma 1-quater, introdotti dalla legge Cartabia
“Nessuna finalità deflattiva o di riduzione dei tempi del processo potrà mai giustificare infatti una così grave limitazione dei diritti del cittadino ed in particolare del diritto di impugnare una sentenza ingiusta garantito dalla Costituzione e dai trattai internazionali”. Lo sottolinea in una nota dell’Unione delle Camere penali, che ritiene “una buona notizia che il Senato abbia approvato l’emendamento che abroga il comma 1-ter dell’art. 581 c.p.p. e sia pure parzialmente il comma 1-quater dello stesso articolo, introdotti dalla legge Cartabia”.
A giudizio dei penalisti “si tratta di un primo passo in linea con la richiesta di abrogazione integrale di quei due commi formulata da tempo dall’Unione delle camere penali al ministro Nordio, trattandosi di norme inique che sottopongono il diritto di impugnazione a inutili e odiosi formalismi imposti a pena di inammissibilità. E’ anche a sostegno di tale iniziativa riformatrice che Ucpi - ricorda la nota - ha prima proclamato lo stato di agitazione e poi indetto l’astensione dalle udienze in corso in questi giorni”.
“Dobbiamo, tuttavia, ribadire quanto avevamo già rappresentato nel corso delle nostre interlocuzioni con il ministero, affermando con assoluta convinzione che la limitazione dell’onere di dotarsi di uno specifico mandato ad impugnare alle sole difese di ufficio, così come previsto dall’emendamento approvato dal Senato, rende ancor più evidente ed ingiusta la compressione del diritto di impugnazione in quanto finisce con il penalizzare gli imputati investiti da una difesa di ufficio, spesso appartenenti alle fasce culturalmente, economicamente e socialmente più deboli, creando una inammissibile distinzione fra imputati di serie A e di serie B. Continueremo pertanto - assicurano i penalisti - a sostenere con tutti gli strumenti necessari la nostra richiesta di integrale soppressione di quella disposizione”.