Professione e Mercato

Rapporto sugli investimenti sostenibili e sui rischi climatici di Banca d'Italia

Secondo un rapporto della Global Sustainable Investment Alliance, nel 2020 gli investimenti finanziari sostenibili, che costituivano circa il 36% degli attivi globali in gestione, avevano raggiunto 35,3 trilioni di dollari, un valore più che doppio rispetto a quello del 2016

di Letizia Macrì

A livello globale è aumentata l'attenzione degli investitori per i fattori ESG: sulla base dell'indagine del 2022 del World Economic Forum, i profili ambientali e di sostenibilità figurano tra le categorie di rischio più rilevanti, in termini sia di probabilità sia di severità degli impatti potenziali.

Secondo un rapporto della Global Sustainable Investment Alliance, nel 2020 gli investimenti finanziari sostenibili, che costituivano circa il 36% degli attivi globali in gestione, avevano raggiunto 35,3 trilioni di dollari, un valore più che doppio rispetto a quello del 2016. Il ruolo principale nel contrastare il cambiamento climatico e i rischi ESG spetta ai Governi.

Questi rischi sono, tuttavia, importanti anche per le banche centrali e per le autorità di vigilanza, in quanto possono condizionare la loro capacità di conseguire gli obiettivi istituzionali relativi alla stabilità dei prezzi, del sistema finanziario e dei singoli intermediari.

Per le banche centrali tali rischi rilevano anche ai fini della loro attività di investitori istituzionali. Dal 2019 la Banca d'Italia ha iniziato a utilizzare criteri ESG nella gestione dei propri portafogli non di politica monetaria.

Nella Carta degli investimenti sostenibili (la "Carta"), pubblicata nel 2021, la Banca d'Italia (la "Banca") ha definito tre linee di azione strategica:

(a) promuovere la diffusione di informazioni sulla sostenibilità da parte degli emittenti e degli operatori del sistema finanziario;

(b )integrare i principi ESG nella gestione dei propri investimenti, contribuendo così alla diffusione di buone pratiche in questo campo;

(c) pubblicare dati e analisi sulla finanza sostenibile, comunicare periodicamente i risultati conseguiti nonché contribuire alla diffusione della cultura ESG nel sistema finanziario e tra i cittadini.

Il rapporto del 10 maggio 2022 (il " Rapporto ") risponde all'impegno, preso con la pubblicazione della Carta, di fornire informazioni sulle metodologie applicate per tenere conto dei rischi ESG nell'attività di investimento dei portafogli della Banca non riferiti alla politica monetaria, e sui risultati conseguiti.

Si fa seguito, pertanto, alle iniziative che dal 2019 mette in atto la Banca in materia ESG, che possono riassumersi in:

-Integrazione criteri ESG nel portafoglio azionario euro e nel portafoglio italiano;

-Acquisizione quote del fondo della Banca dei regolamenti internazionali che investe in green bond;

-Sostituzione degli OICR azionari tradizionali con OICR ESG per i mercati statunitense e giapponese;

-Integrazione criteri ESG nei portafogli di obbligazioni societarie dell'area denominate in euro e dollari statunitensi;

-Acquisizione di green bond in dollari nel portafoglio delle riserve valutarie e del portafoglio finanziario;

-Pubblicazione della Carta degli investimenti sostenibili.

Il Rapporto si ispira alle raccomandazioni elaborate dalla task force per la diffusione di informazioni finanziarie collegate ai rischi climatici (Task force on climate-related financial disclosures, "TCFD") e alla guida per la divulgazione di informazioni sui rischi climatici da parte delle banche centrali, pubblicata dal Network for Greening the Financial System ("NGFS"), cui la Banca aderisce dal 2019. Il Rapporto dedica un capitolo a ciascuno dei quattro profili indicati dalla TCFD:

1.Meccanismi di governo (pp. 8-10 del Rapporto)

Con l'introduzione di criteri di sostenibilità non è stato necessario modificare significativamente l'assetto di governo adottato dalla Banca per le scelte di investimento: le strutture preesistenti sono state incaricate di aggiungere i profili di sostenibilità ai precedenti criteri, basati sulle tradizionali considerazioni di tipo finanziario. Per assicurare una gestione unitaria dei temi legati alla sostenibilità tra le funzioni della Banca è stato istituito il Comitato Cambiamenti climatici e sostenibilità, presieduto da un membro del Direttorio; a supporto di questo Comitato è stato creato un Nucleo che coordina e indirizza i lavori della Banca su tutte le tematiche ESG (investimenti di portafoglio, vigilanza bancaria e finanziaria, ricerca economica, operazioni aziendali).

2.Strategia (pp. 10-17 del Rapporto)

A partire dal 2019 la strategia di investimento sostenibile è stata ampliata in termini di classi di attività finanziarie e di obiettivi, attribuendo progressivamente una maggiore attenzione ai fattori ESG e in particolare a quelli legati al cambiamento climatico.

Si intende, così, contribuire anche al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità individuati sia a livello europeo, con l'approvazione del regolamento UE/2021/1119 (Normativa Europea sul Clima) per il conseguimento della neutralità climatica, sia a livello nazionale, con la modifica degli artt. 9 e 41 della Costituzione che ha introdotto un riferimento alla tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. Alla fine del 2021 i portafogli potenzialmente interessati da una gestione sostenibile avevano un controvalore di circa 210 miliardi di Euro.

Per i titoli di Stato dell'area dell'euro, che rappresentano gran parte di questo importo, gli indicatori di sostenibilità vengono attualmente monitorati ma non influenzano le scelte di investimento, per diversi motivi; fanno eccezione le obbligazioni verdi di emittenti sovrani dell'area dell'euro e di istituzioni sovranazionali, attualmente pari a 1,7 miliardi di Euro, il cui peso negli investimenti della Banca è destinato a crescere nel tempo.

3.Gestione dei rischi (pp. 18-22 del Rapporto)

L'impiego dei fattori ESG è stato esteso all'intero processo di investimento, dalla fase di allocazione fino a quella di selezione dei singoli titoli. La strategia di investimento sostenibile si traduce in una combinazione di diverse politiche di gestione del portafoglio: per i titoli di emittenti privati queste considerano criteri di: (a) esclusione sulle società selezionabili; (b) preferenza delle imprese che adottano le migliori prassi ESG (best in class); (c) integrazione di profili ESG nei modelli finanziari. Inoltre, per i titoli pubblici e privati sono impiegate politiche di investimento tematiche (ad es. per l'acquisto di obbligazioni verdi).

Finora gli indicatori ESG utilizzati per orientare le scelte sui portafogli di strumenti di emittenti privati sono stati di tipo storico (misure di determinate grandezze a una data precedente), ma ci si aspetta che vengano utilizzati in misura sempre maggiore dati prospettici. Su questo punto, le informazioni sui piani futuri diffuse dalle imprese rappresentano una base da cui partire, caratterizzata da un numero minore di ipotesi di scenario.

Da quest'anno, quindi, le decisioni di investimento vengono prese anche in considerazione degli impegni di decarbonizzazione e dei piani di transizione delle imprese; con queste ultime sarà inoltre avviato un dialogo per raccogliere informazioni sulle strategie di sostenibilità e sui risultati finora conseguiti.

Verrà infine creato un portafoglio azionario di investimento tematico destinato alle aziende maggiormente in grado di contribuire alla transizione ecologica, per cogliere le opportunità legate alle innovazioni tecnologiche e favorire il cambiamento strutturale del sistema economico.

4.Indicatori e i risultati (pp. 23-33 del Rapporto)

L'esame degli indicatori e dei risultati mostra i progressi compiuti dalla Banca negli ultimi anni.

Per il portafoglio azionario gestito internamente (pari a 16 miliardi di euro e corrispondente a oltre il 90 per cento degli investimenti in titoli privati dell'Istituto), l'impronta carbonica è diminuita del 60% rispetto al 2018 - anno precedente l'avvio della strategia di investimento sostenibile - ed è inferiore del 37% rispetto all'indice di mercato preso come riferimento. Sono migliori dell'indice anche l'intensità carbonica (-24%), gli usi di energia elettrica (-21%), di acqua (-14%) e la produzione di rifiuti (-28%).

Relativamente agli indicatori sociali, la quota di donne impiegate è maggiore di 7 punti percentuali rispetto al benchmark e il tasso di infortuni è inferiore del 9%.

È importante sottolineare come le scelte e le metodologie illustrate nel Rapporto si basano sull'attuale stato del dibattito, dei dati disponibili e della normativa.

Sono, pertanto, sottoposte a un continuo vaglio critico e potranno evolvere in funzione dei progressi su questi temi.

*Letizia Macrì – Vice Presidente ESG European Institute

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©