Con la conversione del decreto legge 117/2025 e la scelta del Csm che ha ritenuto di accogliere 165 domande presentate per il nuovo ruolo di magistrato "a distanza" si chiude - per il momento - la questione dei tempi di riduzione dell'arretrato collegata al raggiungimento degli obiettivi del Pnrr. Nell'editoriale di apertura di questa settimana Marco Fabri sviluppa una riflessione sulle occasioni mancate per la giustizia italiana.
Il Consiglio superiore della magistratura con la delibera del 1° ottobre scorso ha destinato in 44 tribunali i 165 magistrati che vi lavoreranno a distanza. Il decreto legge 117/2025, convertito in legge n. 148 il 3 ottobre scorso, ne prevedeva 500. Le domande ricevute dal Csm sono state solo 212, 165 quella accolte e quindi ripartite "proporzionalmente", ma anche con eccezioni, al fine di garantire un più efficace utilizzo delle risorse disponibili rispetto alla distribuzione originaria.
L'obiettivo...