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Le modifiche apportate allo spazio condominiale devono andare a vantaggio di tutti gli inquilini

Nel caso concreto, invece, a seguito dei lavori eseguiti dai ricorrenti l'area doveva rimanere sgombra per consentire il passaggio solo della loro auto

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di Giampaolo Piagnerelli

Le modifiche apportate al condominio devono sempre tutelare gli interessi di tutti gli inquilini, pertanto anche a seguito di lavori, il beneficio non può riguardare un solo soggetto. Lo precisa la Cassazione con l'ordinanza n. 12685/22. Il condominio - si legge nella pronuncia - pur non coincidendo con la nozione di pari uso della cosa comune, cui fa riferimento l'articolo 1102 del Cc (nel senso di uso dei beni identico e contemporaneo), tuttavia può essere utilizzato nella misura in cui l'uso non leda o limiti il diritto degli altri comproprietari.

Il principio di solidarietà
I rapporti condominiali devono essere informati al principio di solidarietà, che richiede un costante equilibrio fra le esigenze e gli interessi di tutti i partecipanti alla comunione. Rientra, infatti, nella facoltà di ciascun condomino di utilizzare la cosa comune per il miglior godimento della stessa, anche apportandovi opportune modifiche, sempre che non ne risulti alterata la destinazione, come prevede l'articolo 1102 del Cc, e ne sia impedito agli altri di farne parimenti uso secondo il loro diritto.

I giudici di merito hanno giustamente rilevato come la modifica effettuata dai ricorrenti ai beni condominiali ne avesse invece alterato la destinazione, poiché il cortile che prima veniva utilizzato per il transito di autovetture e per il deposito di beni e biciclette da parte dei condomini, dunque uno spazio comune accessibile a tutti, dopo gli interventi eseguiti dai ricorrenti è diventato un luogo di passaggio "privato" che doveva rimanere sgombro per consentire solo la circolazione della loro auto.

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