Amministrativo

Rsa non "cohousing" se l'organizzazione è in mano a terzi

Se la residenza delle persone anziane prevede principalmente prestazioni di assistenza e sostegno gestite e organizzate da altri non è "cohousing" . Lo ha stabilito il Tar del Lazio con la sentenza n. 1286 del 3 febbraio, la prima nel suo genere

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di Simona Gatti

Se la residenza delle persone anziane prevede principalmente prestazioni di assistenza e sostegno gestite e organizzate da altri non è "cohousing" . Lo ha stabilito il Tar del Lazio con la sentenza n. 1286 del 3 febbraio, particolarmente interessante perché su questa nuova forma di convivenza, nuova in realtà per l'Italia visto che queste strutture esistono da molti anni in altri paesi, non ci sono precedenti specifici dal punto di vista giurisprudenziale.

La vicenda
La presidente e rappresentante legale di una Cooperativa sociale dopo aver affittato un immobile lo aveva dato in comodato gratuito alla stessa Coop che a sua volta lo aveva subaffittato a cinque anziani. Con un'ordinanza, il Comune di Fiumicino ne aveva disposto la chiusura e la ricollocazione degli anziani presso i loro familiari perché mancavano una serie di documenti a tutela della salute: l'autorizzazione all'apertura e al funzionamento e il parere igienico-sanitario per somministrare alimenti e bevande.

L'interessata, nell'impugnare il provvedimento, ha sostenuto che non si trattava di una Rsa (per la quale servono specifiche certificazioni e un iter da seguire) ma di una fattispecie di cohousing, visto che gli anziani risiedevano nell'immobile con i contratti di subaffitto, erano capaci di intendere e di volere, in buone condizioni di salute, disponevano ognuno di un proprio alloggio, con spazi comuni come il salone e la cucina e tutti partecipavano alle pulizie e alla preparazione dei pasti.

Che cosa è il "cohousing"
La premessa che fanno i giudici amministrativi è che il "cohousing" è un'esperienza abitativa che nasce in Danimarca negli anni '60 per poi diffondersi anche in Svezia, Norvegia, Olanda, Inghilterra, Germania, Francia, Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone. Nel nostro Paese invece ha preso piede di recente e la sua organizzazione non è ancora stata disciplinata in modo organico. Il suo modello in generale segue essenzialmente "le direttrici dell'incoraggiamento della socialità, dell'aiuto reciproco, dei rapporti di buon vicinato, della riduzione della complessità della vita, della sua migliore organizzazione con conseguente diminuzione dello stress, della riduzione dei costi di gestione delle attività quotidiane".

In assenza di una specifica normativa la sentenza riconduce la sua figura all'istituto civilistico della comunione (in questo caso del diritto di abitazione o di altro diritto sull'unità immobiliare) con la conseguenza che, quando i cohouser sono persone anziane, "per distinguerlo da una fattispecie ordinaria di residenza assistita, caratterizzata dalla concomitanza o prevalenza funzionale di prestazioni tipiche dei servizi sociali (assistenza morale, materiale, medica, infermieristica e così via a persone non autosufficienti o non del tutto autosufficienti) bisognerà avere riguardo al complessivo equilibrio tra le obbligazioni dedotte in contratto".

La decisione del Tar Lazio
In questa vicenda gli ospiti della struttura sono tutti anziani o molto anziani e salvo un caso affetti da patologie varie e solo parzialmente autosufficienti, bisognosi quindi di assistenza, cure e aiuto. Un quadro dunque per nulla sovrapponibile all'ipotesi del cohousing, "tipizzata dalla piena volontarietà della condivisione abitativa, in condizione di piena autosufficienza e senza l'intermediazione di soggetti terzi esterni a detta esperienza".
Secondo il Tar pertanto bene ha fatto il Comune a ordinare la chiusura di quella che appariva in sostanza una struttura socio-assistenziale non autorizzata. Ma per evitare ulteriori o peggiori disagi i giudici amministrativi invitano l'amministrazione a trovare il modo di far rimanere gli anziani, assegnando all'immobile un adeguato titolo negoziale, a differenti condizioni e con la dovuta assistenza.

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