Giustizia riparativa, il Ministero sigla i Protocolli per 36 centri
Il ministero della Giustizia ha sottoscritto oggi i protocolli di intesa con Regioni, Province e Comuni, distribuiti su tutto il territorio nazionale, che istituiranno e gestiranno 36 Centri per la giustizia riparativa. Ricordiamo che secondo la definizione della riforma Cartabia la giustizia riparativa è “ogni programma che consente alla vittima del reato, alla persona indicata come autore dell’offesa e ad altri soggetti appartenenti alla comunita’ di partecipare liberamente, in modo consensuale, attivo e volontario, alla risoluzione delle questioni derivanti dal reato, con l’aiuto di un terzo imparziale, adeguatamente formato, denominato mediatore”.
Il Ministero si è avvalso delle 26 Conferenze locali per la giustizia riparativa, operanti presso ciascun distretto di Corte d’Appello. Dopo una accurata ricognizione delle esperienze esistenti, si sono formalmente impegnati i Comuni di Bari, Bologna, Reggio Emilia, Brescia, Bergamo, Cagliari, Caltanissetta, Catania, Firenze, L’Aquila, Genova, Taranto, Messina, Milano (per due centri), Monza, San Fermo della Battaglia, Lecco, Napoli, Palermo, Terni, Matera, Velletri, Roma, Salerno, Novara, Torino, Venezia, Verona e Padova; la Provincia di Latina e le Regioni Marche, Calabria (per entrambi i distretti giudiziari del territorio), Lazio e Trentino – Alto Adige/Südtirol; per complessivi 29 Comuni, 1 Provincia e 4 Regioni.
Per l’istituzione dei Centri, si legge in una nota, gli enti attingeranno agli elenchi di soggetti idonei predisposti dalle Conferenze locali, così da garantire il rispetto dei Livelli essenziali delle prestazioni (LEP) stabiliti in materia dal ministero della Giustizia insieme alla Conferenza Unificata Stato Regioni autonomie a luglio scorso.
Il percorso di attuazione della riforma prevede ora che gli enti territoriali preposti alla gestione dei Centri siano dotati delle risorse destinate dall’art. 67, d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. I Centri per la giustizia riparativa sono infatti finanziati annualmente mediante le risorse, pari a 8,9 milioni di euro, stanziate nell’apposito capitolo di bilancio. Il prossimo passo sarà pertanto la ripartizione dei fondi, da effettuarsi con Dm Giustizia, di concerto col Mef, acquisito il parere della Conferenza unificata.
Dopo un lavoro complesso e articolato si avvicina la fase conclusiva di un percorso che ha richiesto quasi quattro anni di impegno. Dalla legge delega del 2021 a oggi, continua il comunicato, sono stati adottati oltre dieci tra decreti legislativi, decreti ministeriali e intese in Conferenza unificata per dare forma a un innovativo modello, complementare a quello della giustizia tradizionale, radicato nelle comunità territoriali e capace di dialogare efficacemente con il sistema giudiziario.
EDITORIALE - Applicazione a distanza dei magistrati, la giustizia italiana dimentica la qualità
di Marco Fabri - Dirigente di ricerca del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr)